Londra ( Paolo Ribella) Il 3 marzo, il cancelliere britannico Rishi Sunak è pronto a mettere nella storica valigetta rossa brutte notizie per la Gran Bretagna. Aumento di tasse in arrivo, per far fronte all’abissale deficit di bilancio causato dalla pandemia.

Non c’è da stupirsi. Era già stato detto, aleggiava da mesi ed era chiaro che dopo mesi di chiusura di molte attività (se non tutte le attività) con un crollo dell’economia britannica ci sarebbe stato purtroppo solo un modo per risanare la ferita: aumentare le tasse. Nulla di sconvolgente, se non fosse che a rimetterci sono i cittadini.

Ma lo sforzo per risanare l’economia non deve essere solo da parte del governo, ma crediamo sia uno sforzo collettivo. È impensabile dopo una pandemia (ancora in corso tra le altre cose) con aziende chiuse da mesi, non apportare un drastico aumento di tasse. Va visto nell’ottica di una ripresa comune e quindi di un sacrificio comune.

Il governo si appresta ad aumentare le imposte sulle società, ad introdurre tasse sulle vendite online (che saranno pagate dagli acquirenti con prezzi più alti dei prodotti) e a congelare le quote di reddito che determinavano le aliquote fiscali, senza più ancorarle all’indice del costo della vita. Non si chiederanno soldi ai cittadini, ma si eviterà di darli a loro com’era stato promesso.

Una cosa invece che dovrebbe far rumore è che non saranno tassate le grandi compagnie come Amazon per gli eccessivi profitti ottenuti durante la pandemia, della serie i grandi si salvano sempre il lato B.

La voragine che ha lasciato il covid in questo ultimo anno in Gran Bretagna è  senza precedenti con un debito pubblico di i 2,1 trilioni di sterline e il minimo che un governo può fare è cercare i soldi ovunque.

Ma quello che non si dice mai è che la Gran Bretagna, uscendo dall’ Europa, da un lato ha fatto “forse” un danno economico che si somma a quello del covid, ma dall’altro ha aperto le sue porte all’economia globale, ad altri mercati, al futuro economico non stagnate dell’Europa.

E come riporta il Financial Times, dentro le casse della Gran Bretagna arriveranno tanti soldi, che in un futuro neanche troppo lungo rivestiranno il Regno Unito d’oro.

Ma ora è il momento di stringere la cinghia, fare a meno di tante cose e cercare di vivere con un futuro migliore dietro la porta. “Think positive” è per ora l’unica cosa che può fare il popolo britannico, lamentarsi non serve a nulla e non risolve la catastrofe economica.