Sabrina Kay (Londra) – Tre giorni di fiamme, è così che la Sardegna ha vissuto le sue ultime 72 ore, con incendi che hanno devastato i territori fra l’Oristanese e il Nuorese, attualmente p sembrano sotto controllo grazie ai soccorsi.

L’incidente  è stato definito come uno dei più grandi disastri ambientali degli ultimi dieci anni e che avrà inevitabilmente delle ripercussioni economiche di circa un miliardo di euro cosi come sul clima e sull’ambiente. 

Da una prima stima provvisoria sono stati bruciati circa 20 mila ettari di terreno, uccidendo
specie di flora e fauna.

Christian Solinas, il Presidente della regione Sardegna, è intervenuto chiedendo al Governo una quota del PNRR per la riforestazione, che secondo la Coldiretti ci vorranno circa 15 anni per una simile operazione.

A pagare il prezzo più alto sono i 13 comuni di Montiferru, 7500 persone all’opera per spegnere le fiamme, 22 mezzi aerei e più di 1500 persone evacuate. Da non dimenticare, le aziende agricole e anche le case completamente distrutte con i tre giorni di incendio.

A parlarne sono Marco e Stefania, che su London ONE Radio, in diretta da Cagliari, hanno rilasciato una loro testimonianza dato che entrambi hanno amici e parenti nella zona di
Oristano.

“La mia amica è di Bonarcado, agli inizi sembrava gestibile però poi anche lei si e´dovuta
spostare, per il tanto fumo e l’aria che era irrespirabile” – dice marco

Lo scenario non è di certo incoraggiante e infatti Stefania rivela che questi incidenti (almeno non cosi massicci come quello a cui stiamo assistendo) sono all’ordine del giorno.

“Non è la prima volta in Sardegna. Capita spesso che ci sono questi
incendi di tipo doloso purtroppo, questa volta però è stato abbastanza disastroso”

Possiamo parlare di una vera e propria emergenza con enormi porzioni di paesaggio ormai
irriconoscibili. E solo il 4% degli incendi, secondo WWF, è dovuto a cause naturali. Nella
maggior parte dei casi si tratta di crimini contro il pianeta dovuti alla mano dell´uomo, ma
anche scarsa cura del territorio e al clima.

“In giro si dice che chi li provoca ha un guadagno sulle assicurazioni, anche a Cagliari per
esempio girovagando si trovano sempre incendi”, spiega Marco.

Ma le vere cause rimangono ancora ignote, e possono tuttavia trattarsi di cause accidentali o da negligenza. Per questo per ridurre il rischio e l’incidenza nel bacino del Mediterraneo è
necessario prevenire, riconoscere le aree a rischio, e migliorare la governazione della
gestione incendi.

Ascolta qui l’intero intervento di Marco e Stefania da Cagliari