Roberta Chiatti (Londra) – In Regno Unito è ancora aperrta l’iscrizione per il Settled o Pre-Settled status sotto lo schema EUSS (European Settlement Scheme).
È ormai a tutti noto che la Brexit ha cambiato le regole all’interno del proprio Paese che ormai non fa più parte dell’UE, di conseguenza i cittadini europei sono costretti a tutelarsi.
L’Home office ha creato lo schema EUSS che dà la possibilità agli europei residenti in UK di mantenere i propri diritti di residenza, lavoro/studio e accesso all’NHS gratuitamente come se nulla fosse accaduto. Chi si è stabilito nel Paese prima del 31/12/2020 può quindi – iscrivendosi a questo schema – ricevere il Settled Status (se è residente da un minimo di 5 anni) e che garantisce la permanenza in modo indeterminata, o il Pre-settled status che scade al quinto anno di residenza permettendo al cittadino di fare l’upgrade facendo richiesta per il Settled Status.
Il termine del periodo d’iscrizione è stato il 30/06/21 ma in realtà tuttora ci si può iscrivere. Se una persona, infatti, non ha potuto compiere l’iscrizione entro la data sopra menzionata per un valido motivo (covid-19, motivi di salute o familiari gravi) e ha inoltre delle prove che possano testimoniare la mancata iscrizione, ha ottime possibilità di essere ammesso ed evitare episodi di rimpatrio.
Attualmente possiamo dire che circa più di mezzo milione di cittadini dell’UE sono ancora in attesa di una decisione sullo status di residenza nel Regno Unito.
Secondo i dati di luglio c’erano circa 569.100 casi di persone che attendevano una risposta dal Ministero degli Interni. Gli avvocati hanno avvertito che i ritardi possono durare settimane, lasciando alcuni cittadini dell’UE impossibilitati a lavorare o affittare.
L’Avv. Christopher Benn, specializzato nel settore d’immigrazione, è intervenuto in diretta esclusiva su London ONE Radio analizzando non solo questi casi ma anche di partners o familiari attualmente residenti in UE che potrebbero raggiungere la loro metà o parente stretto residente in UK senza ricorrere alla Working Visa.
Ascolta l’intervista integrale per saperne di più: