Quali sono gli errori da evitare davanti ad un pubblico mentre si parla? Risponde l’esperta Romana Garassini

Pensiamo che la cominicazione si fatta solo di parole, ma non e’ cosi’, perche’ abbiamo anche un corpo che parla, un gesto ad esempio puo’ dire molto di piu’ di una parola in certe circostanze. Anche la mimica facciale e’ cominicazione.

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Londra (Philip Baglini Olland) Il primo assioma della comunicazione umana dice che “non si può non comunicare”. Per fare comunicazione dobbiamo instaurare una relazione, dobbiamo scambiare qualcosa.  Non a caso in latino “comunicare” vuol dire “ condividere” “ mettere in comune” .

Se dobbiamo comunicare dobbiamo farlo bene affinche’ il nostro messaggio venga recepito al massimo e tutti vogliamo che questo avvenga in modo lineare, scorrevole, e sopratutto efficace.

Pensiamo che la cominicazione si fatta solo di parole, ma non e’ cosi’, perche’ abbiamo anche un corpo che parla, un gesto ad esempio puo’ dire molto di piu’ di una parola in certe circostanze. Anche la mimica facciale e’ cominicazione.

Allora si capisce che parlare in pubblico non e’ poi cosi scontato sopratutto se si vuole far emozionare, ovvero lasciare un segno e non far svanire le parole al vento.

Come possiamo essere buoni cominicatori? “ con impegno, esercizio e applicazione” come ci dice Romana Garassini, una della massime esperte del settore in italia,  Private Coach di personaggi di spicco nel mondo del business, dello spettacolo e del giornalismo, e docente di “Teoria e tecniche della comunicazione in pubblico presso l’Università Cattolica di Milano, dove nel suo ultimo libro – Parlare in pubblico non è difficile se sai come fare (edito Mondadori), ci spiega che non è sufficiente sapere cosa dire, bisogna sapere anche come dirlo, e’ il modo come si dice una cosa che in certi casi fa la differenza davanti ad un pubblico.

Abbiamo chiesto alla docente di spiegarci in breve chi è un buon comunicatore oggi?

“L’oratore ideale parla di realtà che conosce, sa armonizzare bene contenuto e forma, Sa diversificare le modalità espositive secondo il pubblico, il contesto, il media usato. Mette il pubblico al centro dell’attenzione evitando un noioso monologo, pur rimanendo egli stesso il protagonista dell’evento. Lascia un segno, un’emozione.”

Quali sono gli errori da evitare davanti ad un pubblico mentre si parla?

L’elenco degli errori è infinito rispodne la Dott.ssa Garassini, ma possiamo sintettizzare quelli più macroscopici:
• Affidarsi esclusivamente al proprio istinto e procedere a braccio, contando sulla spontaneità e immediatezza di ciò che si dice.
• Considerare l’ascolto come una semplice e passiva acquisizione di informazioni e non come un processo dinamico che implica la partecipazione attiva dell’uditorio.
• Leggere il discorso – manca il contatto visivo, l’esposizione diventa impersonale e poco coinvolgente.
• Presentarsi con un look inappropriato alla situazione e al ruolo che si vuole trasmettere L’abbigliamento non è solo copertura e serve a fornire indicazioni utili sulla personalità del relatore.

E chiaro che chi parla in pubblico deve coinvolgerlo attirando la sua attenzione, non stancarlo, ma stimolarne la sua attenzione, ed e’ questo il punto difficile, mantenere sempre una conversazione efficace affinche’ il pubblico sia sempre “ sveglio” non annoiato e sopratutto venga coinvolto con tecniche particolari I cui segreti vengono svelati nel libro.

proff.ssa Romana Garassini
proff.ssa Romana Garassini

La nostra conversazione con la professeressa e’ continuata entrando nelle pieghe piu’ nascoste della comunicazione:

Come si fa a distinguere una buona comunicazione da una mediocre?

Non esiste una comunicazione ottimale! Ognuno deve ricercare il proprio stile attraverso la valorizzazione delle proprie potenzialità communicative /espositive. Pertanto è necessario acquisire consapevolezza dei diversi livelli attraverso cui avviene la comunicazione –verbale e non verbale –COSA dire e COME dirlo- due aspetti che devono essere costantemente interconnessi tra loro per funzionare in modo corretto nel processo comunicativo.

Un supporto importante e forse inseparbile e’ il nostro corpo, spesso si parla e si gesticola, chi molto, chi troppo e chi poco, ed e’ spontaneo chiedersi come i gesti sono importanti quando uno parla in pubblico? È meglio farli o no?

Alcune spiegazioni scientifiche sostengono che I gesti precedono le parole di pochi secondi, anziché seguirle, aiutano a recuperare le informazioni archiviate nella memoria.. I gesti legati al linguaggio parlato hanno essenzialmente lo scopo di scaricare l’energia nervosa, dare sostegno e ritmo alle parole. Una gesticolazione eccessiva è controproducente perché distrae e infastidisce chi guarda, inoltre viene considerata popolare e indice di scarsa cultura. Una gestualità nulla può sottolineare un evidente stato d’animo di imbarazzo e di grande difficoltà interattiva., inquietante! Saper adattare il gesto al concetto espresso è il modo migliore per comunicare con efficacia il messaggio voluto. Desmond Morris nel suo libro ‘L’uomo e I suoi gesti’ spiega il significato di alcuni gesti di uso commune che possono rappresentare un preciso elemento di valutazione dell’attendibilità di quanto un individuo sta affermando. Ogni gesto può essere fatto purché non sia unico e ripetititvo da sembrare una specie di Tic!

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I gesti quindi sono importanti come quelli del corpo perche’: ”Il corpo parla! Con il linguaggio del corpo si esprimono sentimenti, emozioni, atteggiamenti e si trasmettono informazioni sulla propria personalità.” sotolinea la Garassini

Il corpo di per sé è un comunicatore, come possiamo usarlo al meglio per parlare davanti ad un pubblico?
Lo sguardo è un ‘fluido’ tra chi parla e chi ascolta. Parola e sguardo devono fondersi in una perfetta e armonica unione. Se usato in maniera appropriata in un processo comunicativo, può diventare una sorta di ‘persuasore silenzioso’ che contribuisce in maniera determinante a rafforzare parole e concetti.
Il volto è il nostro biglietto da visita e può rivelarsi uno specchio che permette di capire le reazioni suscitate negli altri dal nostro atteggiamento. Ci sono oratori che mantengono un’espressione statica, priva di emozioni per tutta la durata del disorso. Altri con espressioni standard /consolidate da un sorriso forzato che può avere un effetto del tutto contrario a situazioni che non lo richedono. E’ pertanto necessaraio che la mimica facciale venga adattata con particolare attenzione a ciò che si sta dicendo.

Quando si parla di comunicazione si pensa subito alla tv, radio e social media, andiamo a capire come si trasforma il linguaggio e quini la comunicazione in questi mezzi:

Il comportamento davanti a una telecamera o una webcamera è molto diverso rispetto a quello tenuto davanti a un uditorio fisicamente presente e le tecniche da adottarre sono sensibilmente diverse. Il mezzo televisivo è rapido e immediato non permette approfondimenti, la comunicazione avviene esclusivamente attraverso l’immagine e la voce che precedono sempre I contenuti. E’ necessario quindi essere in grado di far passare in pochi minuti (a volte secondi) il concetto chiave per essere credibili e convincenti. Bisogna quindi saper dosare sapientemente il tono e il volume della voce, l’espressione del volto, la moderazione dei gesti, la postura corretta, un look adatto alla circostanza. Fondamentale è riuscire a stabiire con chi intervista un rapporto di empatia utile ad agevolare l’interazione in corso.
Davanti a un microfono occorre prestare particolare cura al contenuto dell’argomento trattato, ancorato a metafore, esempi, aneddoti, per creare un percorso visivo con gli ascoltatori. La comunicazione avviene unicamente attraverso la voce, poiché non ci si può affidare che al canale percettivo dell’udito. Quanto più la voce riesce a innescare processi fantasiosi del’immaginazione, tanto più raggiunge lo scopo di far ‘vivere’ le parole e coinvolgere chi ascolta. Tuttavia per ‘rappresentare’ la parola occorre un costante controllo di tutti gli elementi non verbali riferiti al linguaggio del corpo, in assenza dei quali la voce perde un utile sostegno.

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Qundo parliamo, anche se non c’e’ ne accorgiamo faciamo, pause, respiri, insomma diamo ritmo alla nostra voce e quindi al discorso che stiamo facendo. La domanda quindi nasce spontanea :
Quanto sono importanti le pause durante un discorso? Come vanno usate e se è giusto farle?
Le pause rientrano nelle caratteristiche che la nostra voce può attuare nel corso dell’esposizione orale. Intervali grammaticali e pause sintattiche vanno saggiamente collocate in modo armonico all’interno del discorso. Si possono distinguere in pause ‘piene’ che esprimono un pensiero sottinteso (l’oratore dopo una sospensione più o meno breve riprende a parlare). – pause ‘vuote’ caratterizzate da mancanza di tensione emotiva e percepite dal pubblico come un semplice vuoto espressivo

La Garassini aggiune anche che la voce: non è solo il prodotto della vibrazione delle corde vocali ma l’elemento che rivela maggiormente sentimenti, stati d’animo, sensazioni, emozioni. E’ composta dai seguenti elementi espressivi: respirazione, pausa, colore, tempo, tono, volume, ritmo, mordente, e possiede un timbro generale condiviso da ogni persona, e una tessitura individuale che si distingue da altre. Ci sono innumerevoli esercizi di Dizione che permettono di acquisire conoscenza tecnica su tutti questi elementi che permettono di passare da una tonalità all’altra all’interno di un discorso ed evitare la monotonia.

Comunicazione sui social

Donna Adulta Che Utilizza Netbook Nella Caffetteria ContemporaneaOggi la maggior parte della comunicazione avviene (di fretta) sui social. Come possiamo comunicare al meglio sulle piattaforme digitali, senza far perdere l’essenza del messaggio, o non banalizzarlo? La professoressa ha affrontato anche questo aspetto di vitale importanza oggi:

Marshal McLuhan aveva previsto che I mezzi teconologici avrebbero prodotto effetti pervasive sulla comunicazione indipendentemente dai contenuti che di volta in volta sono veicolati. Da qui la sua tesi “Il medium è il messaggio”.
IL compromesso può essere quello innanzitutto di conoscere il media che si sta usando e non usarlo passivamente. Pertanto non può essere casuale , ma occoorre trovare una strategia mirata a conquistare l’attenzione e la fiducia degli ascoltatori attraverso la credibilità del’immagine proiettata per renderla congruente con il ruolo che si comunica in quell determinato argomento E’ fondamentale preparare una scaletta degli argomenti da trattare, il tempo previsto, il messaggio e l’obiettivo che si vuole inviare. Tenere sempre presente che un approccio comunicativo eccessivamente realistico non deve sminuire /impoverire ciò che si dice ma solo semplificare idee complesse.

Curare l’aspetto della comunicazione aiuta a superare anche la timidezza, davanti alle persone? Puo’ essere una “cura” avere la capacita’ di esprimersi al meglio?
Senza dubbio saper parlare in pubblico gioca un ruolo importante, poiché stimola un’immagine di sé positiva, dal punto di vista fisico e psicologico, e come pensiamo ci vedano gli altri. Senza dubbio la timidezza si può eliminare! ma è una miscela di vari ingredienti che consiste anche nel prendersi cura della propriai salute, dell’aspetto estetico, alcuni esercizi di training autogeno o di yoga. Alla base di tutto, inoltre, c’è l’autosuggestione in modo da agire sull’immaginazione oltre che sulla volontà.

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