Londra (Rossi Caterina) – Il Business Secretary Kwasi Kwarteng ha confermato che il Regno Unito eliminerà gradualmente le importazioni di petrolio russo in risposta all’invasione di Vladimir Putin in Ucraina entro la fine dell’anno.
L’eliminazione delle importazioni di petrolio si aggiunge alle attuali sanzioni commerciali, finanziarie e personali già imposte dal Regno Unito contro il regime di Putin e coloro che lo sostengono nella guerra Ucraina.
Il 1° marzo le navi russe sono state bandite dai porti del Regno Unito e le autorità hanno acquisito nuove concessioni per trattenerle.
Ci si aspetta che le sanzioni siano molto dannose per l’economia russa, gli esperti della Energy and Cimate Intelligence Unit dicono che il solo divieto del petrolio britannico potrebbe costare a Mosca più di 5 miliardi di sterline quest’anno.
Il Regno Unito sta lavorando a stretto contatto con gli Stati Uniti, l’UE e altri partner per porre fine alla nostra dipendenza dagli idrocarburi russi.
In un mercato globale competitivo per il petrolio e i prodotti petroliferi, la domanda può essere soddisfatta da fornitori alternativi.

L’eliminazione delle importazioni sarà graduale così da permettere al Regno Unito di avere tempo sufficiente per adeguare le catene di approvvigionamento, sostenendo l’industria e i consumatori. Il governo lavorerà con le aziende attraverso una nuova Taskforce sul petrolio per aiutarle a sfruttare questo periodo per trovare forniture alternative.
Il primo ministro Boris Johnson ha detto:
In un altro colpo economico al regime di Putin a seguito della sua invasione illegale dell’Ucraina, il Regno Unito non si rifornirà del petrolio russo per quest’anno, basandosi sul nostro severo piano di sanzioni economiche internazionali.
Il tempo è più che sufficiente affinché il mercato e le catene di approvvigionamento si adattino a questi cambiamenti essenziali. Le imprese dovrebbero sfruttare quest’anno per assicurarsi una transizione senza intoppi in modo che i consumatori non ne siano colpiti.
A differenza delle importazioni dell’UE che riceve circa il 40% del suo gas dalla Russia e il 27% del suo petrolio; in Gran Bretagna, il 4% del gas e l’8% del petrolio provengono dalla Russia analogamente agli Stati Uniti che non ricevono gas dalla Russia ma ne importano il 7% di petrolio.
Il Regno Unito è un produttore significativo sia di petrolio greggio che di prodotti petroliferi; infatti, più dei due terzi del carburante stradale proviene da una produzione nazionale. Il regno unito pratica, inoltre, un’importazione diversificata da fornitori affidabili oltre la Russia, tra cui i Paesi Bassi, l’Arabia Saudita e gli Stati Uniti.
Per quanto riguarda il gas, il Regno Unito non dipende dal gas naturale russo, il primo ministro ha confermato che il governo stabilirà una strategia energetica per definire i piani a lungo termine per una maggiore sicurezza energetica, comprese le forniture di petrolio e gas sia rinnovabili che prodotte a livello nazionale.
Dove prende il gas il Regno Unito?
La più grande fonte di gas naturale del Regno Unito proviene dal Mare del Nord e dal Mare d’Irlanda e rappresenta circa il 48% delle forniture totali di gas; viene convogliato dalle piattaforme marine alle raffinerie sulla terraferma.
Lo stesso Regno unito è produttore di gas da metà anni 60. Un terzo del gas arriva attraverso i gasdotti dalla Norvegia mentre il resto arriva principalmente come importazioni di gas naturale liquefatto (LNG) in speciali navi cisterna a temperature inferiori a -160°C. da Qatar, Stati Uniti e altri; anche la piccola quantità di gas russo che il Regno Unito acquista arriva sotto forma di LNG.
La cartina indica l’importazione e produzione del Regno Unito del 2020 per quanto riguarda il gas naturale.
L’unità di misura utilizzata GWh (gigawatt ora), rappresenta l’energia che può essere prodotta sotto forma di calore da una determinata quantità di gas. Vediamo quindi che il Regno Unito produce a livello nazionale la maggior parte del gas di cui necessita mentre importa principalmente da Norvegia, Quatar, USA e infine la Russia.
Il regno unito è quindi perfettamente in grado di colmare una fonte di importazione come la Russia grazie al suo piano energetico diversificato.
Il Regno Unito dovrà affrontare una carenza di gas?
Il governo dichiara che la crisi della bolletta energetica nel Regno Unito è dovuta agli alti prezzi globali del gas, non alla sicurezza delle forniture. Le forniture di LNG sono infatti particolarmente sensibili ai prezzi del mercato globale, inoltre i paesi che dipendono pesantemente dal gas russo dovranno competere per forniture alternative.
Il Regno Unito ha strutture di stoccaggio limitate, il che significa che è più influenzato dalle fluttuazioni dei prezzi a breve termine nel mercato del gas all’ingrosso rispetto ai paesi che possono tenere riserve maggiori.
Anche prima dell’invasione russa dell’Ucraina, il mercato era in crisi.
Gli inverni più freddi del 2021 hanno messo sotto pressione le forniture e hanno esaurito le riserve di gas; quelle riserve sarebbero state normalmente riempite nei mesi estivi, ma la produzione è scesa perché alcuni produttori hanno usato questo tempo per la manutenzione rimandata durante i blocchi di Covid.
Inoltre, il meteo poco ventoso ha ridotto la quantità di elettricità generata dall’energia eolica. I prezzi all’ingrosso del gas sono più che quadruplicati l’anno scorso.
Il Regno Unito è stato particolarmente colpito da questa crisi in quanto è uno dei maggiori consumatori di gas naturale in Europa, l’85% delle case usa il riscaldamento centrale a gas che genera anche un terzo dell’elettricità del Regno Unito.
L’Europa potrebbe diventare più dipendente dal gas per far funzionare le sue centrali elettriche dopo che EDF (Électricité de France) ha avvertito che ridurrà l’elettricità che genera dal nucleare del 10% quest’anno a causa di problemi tecnici ad alcuni dei suoi reattori.
Nel Regno Unito, le minori importazioni di elettricità dalla Francia – fornite attraverso due cavi di interconnessione sotto la Manica – potrebbero significare una maggiore produzione di energia a gas, secondo Tom Edwards, un analista senior di Cornwall Insight.
I prezzi sempre in crescita dell’energia sembrano rappresentare il campanello di allarme di questa crisi, che per il Regno Unito non è legata direttamente alla mancata importazione dalla Russia che rappresenta una scarsa quota di importazione inglese ma dalle conseguenze che le sanzioni al regime di Putin porteranno sul sistema economico globale; infatti le difficoltà europee nel sostituire l’importazione russa graveranno sull’intero sistema economico-energetico.
