Londra ( Paolo Astolfi) Un Boris piu’ determinato che mai. Dopo la vittoria schiacciante e’ ora l’ ora di pensare di ripresentare il suo accordo di uscita dall’EU alla camera bassa dei comuni entro la fine della settimana. La data di scandenza e’ e riamane il 31 Gennaio 2020, quindi Boris ha poco tempo e deve essere determinato.
Presentato il nuovo governo, che vede facce gia’ note riconfermate e altri rimescolati: 109 deputati conservatori, intanto sappiamo che Nicky Morgan sara’ il nuovo ministro della cultura. Il governo si riunira’ alla camera dei comuni per il giuramento dei ministri e la elezione ( che poi e’ una conferma) del nuovo Speaker Lindsay Hole che ha preso il posto di John Bercow, famose per aver urlato ” Orderrrrrrr!”.
Domani, ( giovedi ) ci sara’ il tradizionale discorso della regina il Queen’s Speech che dara’ a tutti gli effetti l’inizio della nuova legislatura, dvoe vede un Boris bene saldo con una maggioranza assoluta di ben 365 deputati su 650, numeri che per ritrovarli nella storia del governo britannico dobbiamo risalire ai tempi di Margaret Thatcher.
Il partito laburista
Corbin rimarra’ fino alla fine di marzo, poi cambio del testimone. Qui dobbiamo ritornare al 1935 prima di ricordare una sconfitta della sinistra britannica. Ora e’ il tempo del cambiamento, e’ il momento di ritrovare un leaders e sedersi al tavolino per rifare un programma valido.
Boris esulta per la vittoria, ma i problemi sono dietro l’angolo come il dibattito sull’indipendenza della Scozia dalla Gran Bretagna, dove una accanita Nicola Sturgeon dopo una ottimo risultato raggiunto del partito Nazionalista scozzese, punta il piede, facendo leva anche sulla non simpatia storica tra l’Inghilterra e Scozia, chiedendo un nuovo referendum.
La seconda epoca di SuperBoris nazionale e’ appena iniziata, ma i problemi sono apena iniziati.