Londra ( Laura Procaccini) – In Italia il 20-21 settembre ci sara’ il Referendum costituzionale sulla riduzione di un terzo del numero dei parlamentari di Camera e Senato. All’estero le schede tramite i vari Consolati vengono mandate intorno ai primi di Settembre.

Con l’approvazione della riforma saranno ridotti anche i parlamentari eletti dagli italiani all’estero: i deputati passeranno da 12 a 8 e i senatori da 6 a 4. Verrà inoltre stabilito un tetto massimo al numero dei senatori a vita nominati dai presidenti della Repubblica: mai più di 5.

La riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari era stata approvata all’inizio di ottobre 2019 con il voto favorevole praticamente di tutti i partiti. La legge doveva entrare in vigore a gennaio, ma una richiesta dei senatori, di fatto, l’aveva sospesa rendendo necessario il referendum.

Noi daremo parola a tutti gli eletti all’estero per spiegare le ragioni del NO e del SI, che in queste settimane infuocano la politica italiana.

 

Iniziamo con l’Onorevole Elisa Siragusa considerata da molti una dissidente del Movimento 5 Stelle, che negli ultimi giorni e’ entrata nel ciclone mediatico per un cambio di opinione.

L’onorevole Siragusa era tra quelli che in parlamento aveva votato SI a questa riforma, ma negli ultimi mesi ha cambiato idea e votera’ NO come altri del movimento e di altri partiti cerchiamo di capire il perche’. Ecco l’Onorevole come ha risposto:

“Premetto che non e’ stato facile espormi pubblicamente per il NO. So benissimo che questa riforma riscuote un forte consenso tra la gente, alimentata da anni di antipolitica. Ed e’ diventata una battaglia del mio partito, nonostante non sia mai stato un tema del programma del Movimento 5 Stelle.

Quando ho deciso di espormi, immaginavo che avrei dovuto rendere conto per aver votato due volte SI in parlamento. E’ la parte piu’ difficile da spiegare a chi non conosce da vicino come funziona il parlamento.”

Ci spieghi

Il parlamentare dovrebbe agire e votare in piena coscienza sempre e dovrebbe poter essere libero di presentare ogni atto (propote di legge, interrogazioni, emendamenti, etc). Questo non è quello che avviene nella realta’, almeno non dentro il movimento 5 stelle.

Il movimento infatti parla di “portavoce”: tu non sei chiamato ad essere te stesso, ma a portare la voce di altri. Sostanzialmente devi votare come viene deciso dal partito: per non indebolire il movimento, per non far emergere spaccature, per non creare polemiche, per non essere il traditore agli occhi di tutti. Il dissenso viene sempre visto come un tradimento all’interno del movimento.
Il portavoce M5S deve adeguarsi alla linea di partito.”

Quindi ha votato secondo la linea di partito?

“La prima volta, votai SI perchè mi sono affidata al lavoro svolto dai colleghi della commissione affari costituzionali. Non avevo ancora considerato tutte le criticità della riforma, seppur iniziassi ad avere alcuni dubbi. Ma mi ero concentrata principalmente sulle conseguenze sulla circoscrizione estero.
La seconda volta, sono stata davvero indecisa su come votare fino all’ultimo secondo. Volevo votare NO. Ma la domanda era: sono un parlamentare o un portavoce?

Ma arrivati a quel punto, alla quarta lettura, con praticamente tutti I partiti che votavano a favore, ho pensato che fosse giusto approvare la riforma per dare poi la parola finale ai cittadini, sicura che ci sarebbe stato un referendum.

Di fatti, sono stata tra i parlamentari che alla camera dei deputati ha firmato per richiedere il referendum.

Tornasse indietro come voterebbe?

“Se potessi tornare indietro, voterei da parlamentare e non da portavoce. Farei valere le mie prerogative, le mie idee, la mia coscienza sulla linea di partito, e voterei NO. Ma non si puo’ tornare indietro: quindi in queste settimane lottero’ per difendere la costituzione e diffondere le ragioni del NO.”

Quali sono le ragioni del NO?

“Per prima cosa, non ci sono ragioni valide per il SI a questa riforma. Si suppone che il taglio dei parlamentari aumentera’ magicamente la qualita’ dei parlamentari eletti e l’efficienza del parlamento, ma non si capisce su quali basi logiche.In secondo luogo, questa riforma ha diverse criticita’.”

Ad esempio?

“Credo che uno degli errori più grandi sia stata la norma “ad hoc” per il Trentino Alto Adige / Sudtirol che di fatto crea una forte diseguaglianza tra elettori nelle varie regioni.

Il Trentino alto Adige/Sudtirol avrà più senatori rispetto ad altre regioni con numero di abitanti pari o superiore.”

Ci spieghi meglio.

“Le faccio un esempio: la Calabria, ha circa 2 milioni di abitanti, circa il doppio del Trentino Alto Adige/Sudtirol. Attualmente la Calabria ha 10 senatori, 3 senatori in piu’ del Trentino. Tuttavia, se vincesse il SI, le due regioni si ritroverebbero ad avere entrambe 6 senatori, nonostante la differenza di abitanti.

In altri casi, regioni con piu’ abitanti del Trentino, si ritroverebbero persino ad avere meno senatori del Trentino stesso se passasse la riforma. E’ il caso del Friuli-Venezia Giulia (1,2 milioni di abitanti, avra’ solo 4 senatori), della Liguria (1,6 milioni di abitanti, avra’ solo 5 senatori), delle Marche (1,5 milioni di abitanti, avra’ solo 5 senatori) , dell’Abruzzo (1,3 milioni di abitanti, avra’ solo 4 senatori), e della Sardegna (1,6 milioni di abitanti, avra’ solo 5 senatori). Insomma il Trentino sara’ piu’ rappresentato di altre regioni in senato.”

Ci sono criticita’ per la circoscrizione estero?


“La maggiore criticita’ e’ al Senato, cosi’ come avevo gia’ avuto modo di esporre in aula: avremo una ripartizione con due milioni di elettori che eleggerà un solo senatore, al pari della ripartizione Africa-Asia-Oceania-Antartide
con circa 200mila elettori.
Avevo sollevato piu’ volte questo problema, e chiesto al mio gruppo di sostenere una modifica che mantenesse invariato il numero dei senatori eletti all’estero. Tuttavia, con mia amarezza, non ho trovato nessun supporto.

Dall’inizio della legislatura ad oggi sono stati molti i parlamentari pentastellati che hanno lasciato il movimento, e molti altri sono sulla strada dell’abbandono.  Lei a questo punto cosa pensa di fare?

“Io mi sono iscritta al Movimento nel 2012: il movimento mi sembrava l’unica vera possibilità di cambiamento per il paese.

Sono l’unica parlamentare del Movimento eletta con le preferenze: ci crede che non ho mai fatto campagna elettorale per farmi votare? Ho fatto campagna elettorale solo esclusivamente per il Movimento in maniera disinteressata alla mia possibile elezione.

Credevo nei valori, di una politica onesta, disinteressata, di una politica fatta di cittadini competenti che ci mettessero prima di tutto il cuore.

Il sogno di Beppe Grillo era il mio sogno. Ma i sogni svaniscono quando ti svegli e quando devono fare i conti con la realtà. Il mio risveglio è stato entrare in parlamento, e capire tutte le contraddizioni interne e i retroscena.

Non posso negare di essere delusa, così come tanti elettori ed attivisti.

Non so cosa farò, ma sicuramente non accettero’ piu’ di soffocare la mia liberta’ di pensiero, adeguandomi in silenzio alle scelte di partito.”


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