W le contraddizioni…

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Sono recentemente passato vicino a Via Cadore, a Milano,
dove da un paio di anni è stato aperto quello che viene
unilateralmente considerato il miglior ristorante marocchino
della città e, probabilmente, del Nord Italia. Ammesso che
a Matera esista un ristorante marocchino..

Bene, nonostante io fossi presente alla sontuosa
inaugurazione, solo ora mi è saltata all’occhio una delle
migliaia di contraddizioni di cui sono gravide le nostre
città o meglio l’intera nostra società.

Il ristorante non c’entra nulla, anzi è molto elegante e
si mangia pure un ottimo cous-cous.

Ma pensate per un attimo alla parola
marocchino….marocchino…. beh, la prima cosa che mi viene
in mente è un abitante del marocco. La seconda un vu’
cumprà. La terza una specie di caffè, che caffè non
è.

Bene, rimando la vostra attenzione ai primi due significati.

In un momento così difficile come l’attuale, in cui
l’integrazione razziale si scontra ogni giorno con casi
drammatici di cronaca, quasi sempre nera, vi pare possibile
che tutti noi viviamo in una società che tollera questa
scenetta, vista con i miei occhi?

Sul marciapiede di fronte al miglior ristorante marocchino
della città, dove è facile spendere anche 70 euro a
persona, un marocchino cercava di vendere ai passanti rose
appassite.

Un manager italiano ben vestito snobbava il vu’ cumprà
(marocchino) per infilarsi, con bionda al seguito,
nell’elegante ristorante marocchino.

Roba da matti!

E le colpe non sono ascrivibili al ristorante, anzi, a quel
manager semmai! O, meglio, a tutti noi, che tolleriamo che
ci siano persone che provino a sopravvivere facendo
l’elemosina per le strade in cui noi passiamo. Magari
abbassando lo sguardo o fingendo di rispondere al cellulare.

Oppure entrando in un bar e ordinando un caffè. Anzi,
pardon, un marocchino!

Che ne dite? Prude il cervello? Scrivetemi e pubblicherò i
vostri brevi interventi:

info@robertorasia.com