40 ANNI DI CARRIERA PER FRANCESCO GUCCINI

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ESCE UN COFANETTO VIDEO E UN NUOVO CD .

ESCE UN COFANETTO VIDEO E UN NUOVO CD CHE CONTIENE “CLOWN”, UN’ ENNESIMA PUNGENTE SATIRA NEI CONFRONTI DELLA POLITICA ITALIANA. E POI UN LIBRO CHE SVELA IL SUO VOLTO INDEDITO: “DIO NON È MORTO……” CON PREFAZIONE DI DON BACKY (Bastogi Editore)

Non c’è che dire, è davvero tempo di grandi anniversari nel mondo della musica italiana e internazionale, di date da non dimenticare, di eventi del tutto straordinari in questo 2007 che ormai sta per lasciarci. Dopo il ritorno dei Corvi (Gruppo storico del beat italiano) e l’applauditissimo nuovo-intramontabile look di Shel Shapiro, ex leader dei Rokes, è ora la volta del più popolare cantautore italiano, Francesco Guccini che celebra i 40 anni di attivita’, tanti ne sono trascorsi infatti da quel “Dio è morto”, diventato inno di più generazione e bandiera del grido liberatorio di tante e tante schiere di giovani diventati adulti che hanno dato vita ad altri giovani che oggi apprezzano e seguono Guccini come fosse al tempo delle Osterie di Fuori Porta. Lo testimoniano i servizi televisivi, anche nel contesto dei telegiornali delle principali emittenti: Rai e Mediaset e l’uscita, prossima di un cofanetto a cura di Einaudi, con filmati rari e interviste, spezzoni di concerti e qualche anticipazione del nuovo album del cantautore ormai ritiratosi nella sua Pavana Pistoiese sull’Appennino Tosco-Emiliano, che spesso è descritta nelle sue canzoni e nei sui libri. Ed è anche la volta di un libro che presenta un Guccini del tutto inedito, con una prefazione di uno dei più originali e autentici cantautori italiani, Don Backy, ex braccio destro di Adriano Cementano. Si potrebbe anche intitolare “San Francesco da Pavana”, e invece un nuovo libro dagli aspetti molto insoliti sul “vate” “modenese” o “bolognese”, o “pavanese” come si preferisce, si intitola: “Dio non è morto – L’altro volto di Francesco Guccini”, (Bastoni editore) a cura del giornalista professionista e scrittore Giancarlo Padula (www.giancarlopadula.it).  Un libro che presenta un Guccini del tutto insolito, quasi, mistico, dalle ispirazioni bibliche, con forte senso religioso, insomma un volto ben diverso da come solitamente si dipinge. Una ricerca accurata nei testi e una accorata e ferma convinzione che il famoso cantautore, narratore, letterato forse è molto più cattolico, o cristiano di quanto non si possa pensare. Magari inconsapevolmente, ma a nche nella tradizione della Chiesa si insegna che molte persone, un po’ particolari, pur non essendo cristiane hanno in loro una scintilla divina che li rende “giusti”, per usare un appropriato termine biblico. «Si nasce tutti cattolici, qui in Italia, e non si capisce perché si debba andare a cercare la spiritualità in luoghi a noi molto lontani come cultura e tradizioni…..» «Sono cattolico di nascita e tradizione famigliare, ho seguito tutta la prassi regolare della vitra religiosa…la nostra cultura di base è una cultura cattolica. Ci sono dei pro e ci sono dei contro, mi riferisco alla cultura di massa, non quella genuina più vicina al vero cristianesimo. Penso piuttosto a quella più annacquata che siamo a bituati a vedere in giro, ho nei confronti del cristianesimo un brande rispetto…» Sono solo alcune delle affermazioni rilasciate nel tempo nel corso della lunga e applauditissima carriera di uno dei più grandi cantautori e narratori italiani, Francesco Guccini che con le sue canzoni, a volte “bandiera”, “inno”, “simbolo” hanno coinvolto e coinvolgono più generazioni, giovanissimi compresi. Ma cos’ha di tanto speciale questo “grande vecchio” della canzone d’autore italiana? A 40 anni da “Dio è morto”, censurata nek 1966 dalla Rai ma trasmessa dalla Radio Vaticana re apprezzata anche dal Papa Paolo VI, come denuncia del decadimento della societa’ ).   ( E oggi?? sic) Beh oggi Guccini annuncia un brano che fara’ parte del suo nuovo Cd, “Clown”, che sara’ una pungente satira nei confronti della politica italiana. Poi ci sarà una canzone dedicata a Pavana, e “Su in collina”, che descrive un’azione partigiana durante la Guerra di Liberazione. 

foto_don_backy_2.jpgDon Backy

LA PREFAZIONE DI DON BACKY AL LIBRO :“Dio non è morto,  l’altro volto di F.  Guccini”

Mai avrei pensato di potermi scoprire "somigliante" al Guccini da lei raccontato, non fosse che dal punto di vista caratteriale. Alcuni anni fa, lessi il suo "Croniche Epafaniche". In quel caso, avrei voluto telefonargli per dirgli quanto quel suo mondo d’infanzia, somigliasse al mio, di quanto mi avesse affascinato il suo modo di narrare e mi fosse – ovviamente – piaciuto. Probabilmente abbiamo all’incirca la stessa età, essendo io del 1939 e avendo quindi attraversato tutto il periodo del conflitto bellico e post. Per questo mi ero ritrovato in quel magico, piccolo mondo antico. Del resto, il desiderio di scriverne e raccontarne (per poter legare a quello in uscita, il periodo precedente della mia storia, elaborando una mia pubblicazione del 1974), è tutt’ora vivo in me, tanto che ci sto lavorando. Non gli telefonai, forse per una sorta di pudica timidezza (che toglie spontaneità), ritenendo di non voler ingenerare negli altri, il "sospetto" di un interesse pro domo mea. Ho certamente sbagliato e chissà che prima o poi non rimedi. Tornando al suo saggio, l’ho trovato assolutamente ben costruito e rivelatore di un persona vera, al di là degli stereotipi che possono essergli stati appiccicati addosso. E poi quel parallelismo tra la sua produzione musicale e gli scritti dei Vangeli o della Bibbia… suvvia, una vera rivelazione inimmaginata (almeno da me). Di sue canzoni – come capita sovente – avevo ascoltato (un po’ come accade di solito, piuttosto superficialmente), alcuni suoi brani degli anni ’60, peraltro eseguiti da vari artisti e comunque ritenendoli "diversi" dagli schemi consueti nel periodo.  Poi – preso dal vortice del mio lavoro, con colpevole distrazione – me ne ero disinteressato, emarginando il nostro in un contesto stereotipato, assolutamente falso. Grazie quindi per aver voluto rimuovere quella falsa patina, svelando, lati sconosciuti – ancorchè apprezzabili – di un artista a tutto tondo, senza fronzoli, con solide basi culturali e umane, il quale – fino alla lettura del suo saggio – pensavo appartenesse a "parrocchie" (evidentemente etichettato, o tiratoci per la giacca, come capita alle persone valide), ben definite politicamente. Sono lieto di constatare, che così non è! DonBacky