La Madonna delle Ghiaie: Il Sacro Mistero di Bonate

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A dieci chilometri da Bergamo, presso Bonate Sopra, sorge un piccolo paese immerso nella natura, non lontano dal fiume Brembo. Si tratta di Torchio, una sottofrazione di Ghiaie di Bonate. È proprio in questo luogo sereno e fuori dal mondo che sessantasei anni fa, dal 13 maggio al 31 dello stesso mese, si susseguono delle misteriose apparizioni mariane, su cui la Chiesa non ha ancora preso posizione. Anno 1944, la Seconda Guerra Mondiale imperversa sull’Europa, seminando morte e distruzione. La durezza della vita, la fame, le rinunce, i sacrifici e la minaccia dei bombardamenti sono costanti, ma il periodo a cavallo tra la primavera e l’estate si rivela prodigioso per la cittadina. Come ricordano gli anziani del luogo, la Madonna si manifesta a una bimba di appena sette anni, polarizzando attenzioni e speranze di migliaia di fedeli.

Adelaide Roncalli nasce il 23 aprile 1937 a Torchio, dove vive con la famiglia: il padre operaio, la madre casalinga, il fratello Luigi e sette sorelle. Adelaide è una bambina come tante altre: frequenta la prima elementare, va a Messa, è vivace e propensa al gioco. Eppure, alle 18:00 del 13 maggio 1944, ventisette anni dopo l’apparizione di Fatima (avvenuta lo stesso giorno), la piccola è protagonista di un evento straordinario. Mentre passeggia in un bosco vicino a casa, cogliendo margherite da deporre davanti all’icona della Vergine, avviene la prima apparizione. Con lei ci sono la sorella Palmina di sei anni e alcune amiche, ma solo Adelaide riesce a vedere e a sentire la Madonna. Come racconta più avanti, le appare la Sacra Famiglia ed è Maria a prendere la parola, esortandola ad essere sempre obbediente, buona e rispettosa verso il prossimo. Inoltre, le dice di tornare alla stessa ora per le nove sere successive. Adelaide è in estasi e le compagne si spaventano; quando si riprende, la bimba racconta loro il fatto, tacendolo ai genitori. E il giorno seguente, ha una nuova visione. Dal cielo compaiono due colombe, poi ancora la Sacra Famiglia. Maria ribadisce quanto detto in precedenza e aggiunge: “Tra il quattordicesimo e il quindicesimo anno ti farai Suora Sacramentina. Soffrirai molto ma non piangere, perché ti aspetterò in Paradiso”. La bambina è colta da una gioia improvvisa e si dirige all’oratorio con le amichette. Sulla strada del ritorno incontra Candido, un ragazzo che la spinge a tornare sul luogo dell’apparizione per chiedere se riuscirà a diventare sacerdote. Adelaide acconsente, la Vergine riappare e afferma che la vocazione del giovane si realizzerà dopo la guerra (cosa che, in effetti, avverrà). Nel paese, intanto, cominciano a spargersi voci sull’accaduto, e ben presto la notizia si diffonde oltre Ghiaie di Bonate.

Nei sette giorni successivi, Adelaide è accompagnata da un gruppo di persone in costante aumento. L’eco di quell’evento non lascia indifferente la comunità cattolica, che da ogni dove si riversa sull’altopiano dell’Isola, unico spazio in grado di accogliere l’immensa folla. Qualcuno giunge a piedi, altri in bicicletta, altri ancora si accalcano sui treni. Nonostante la continua minaccia dei bombardamenti aerei, il flusso di pellegrini non si ferma, pronti ad assistere “all’Epilogo di Fatima”. La Madonna, tramite la bimba, insegna i valori della famiglia cristiana, indicando pazienza, fedeltà e mitezza come indispensabili. Infine esorta alla penitenza e alla preghiera: se i fedeli si atterranno alle sue parole, la guerra finirà entro due mesi, altrimenti in “poco meno di due anni”. Due mesi più tardi, l’attentato a Hitler segna il fallimento del disegno nazista, e il Conflitto termina nell’estate del ’45.

Intanto, le apparizioni continuano. Il primo ciclo va dal 13 al 21 maggio, il secondo dal 28 al 31. La Madonna confida alla bambina un segreto destinato al Vescovo e al Santo Padre, ossia un miracolo che sarebbe avvenuto alla fine del primo ciclo di manifestazioni. La vita per Adelaide si fa dura. La famiglia è stupefatta, maestri e religiosi sono scettici, e la gente cerca in ogni modo di ingannarla, affinché si tradisca e ammetta la menzogna. Ma lei non cede: le dicono che sono le cinque del pomeriggio anziché le sei, eppure sente che è arrivata l’ora del misterioso appuntamento e insiste per essere lasciata libera. La folla ormai è talmente numerosa che Adelaide deve essere condotta sul luogo con un carretto, affiancata dalla dottoressa Eliana Maggi. Sarà proprio lei, in una deposizione giurata del 16 gennaio 1946, a testimoniare i fenomeni celesti occorsi durante le apparizioni. Un raggio di luce colpisce il volto della bambina, dal cielo piovono “puntini d’oro e d’argento, per un minuto o due, e tutti gridano al miracolo”. Lo stesso episodio è raccontato da don Luigi Cortesi, docente del Seminario di Bergamo: il sacerdote stesso e l’intera folla vedono il disco solare roteare su se stesso più volte.

Domenica 21 maggio 1944 vi è l’ultima apparizione del primo ciclo, con una folla di 200.000 persone e innumerevoli malati che vengono inspiegabilmente guariti. Di lì a poco, la Curia di Bergamo predispone un ufficio che indaghi sull’accaduto.  Mentre Adelaide è in estasi, i medici la sottopongono a prove dolorose per verificare il suo status, pungendole il viso con degli spilli, o accendendo fiammiferi a contatto con la pelle. Ma come testimoniano i filmati dell’epoca, la bimba è passiva alle sevizie. Intanto il sole emerge dalle nuvole, gira su se stesso, e proietta raggi di luce colorata sul terreno circostante. Lo si vede perfino da Bergamo. Come preannunciato, le apparizioni riprendono una settimana più tardi. È la Pentecoste. La Madonna riappare e stavolta parla del Papa: la sua vita è in pericolo, ma lei lo proteggerà e impedirà che sia allontanato dal Vaticano. Sul momento, la gente non comprende a cosa si riferisca, ma qualche tempo dopo il generale delle SS Karl Wolf rende note le intenzioni (fortunatamente fallite) di Hitler di deportare il Santo Padre. Ancora una volta il sole ruota vertiginosamente su se stesso, come annotato anche sul bollettino parrocchiale di Tavernola. I fedeli si contano a migliaia ed è necessario mobilitare volontari, infermieri e medici. L’ultima apparizione è quella di mercoledì 31 maggio; per assistervi giungono più di 350.000 persone, perfino dal Piemonte. Adelaide è colpita da fitte violente all’addome, ma non vuole tornare a casa e prega fino a che la Madonna appare, alle otto di sera. E le pronuncia parole di commiato: “Pensa a quello che t’ho detto; nell’ora della tua morte verrò ancora. In questa valle di veri dolori sarai una piccola martire […] Queste mie parole ti saranno di conforto nella prova”. Per l’ultima volta il fenomeno solare si ripete, e molti malati vengono guariti.

Adelaide ha solo sette anni e non sa ancora cosa l’aspetta. Dopo il presunto e acclamato miracolo della “Madonna delle Ghiaie”, Don Luigi Cortesi la allontana dal paese e la tiene in isolamento. La piccola viene schernita e sottoposta a pressioni psicologiche di ogni tipo, tanto da indurla con l’inganno a ritrattare quanto vissuto. L’11 luglio 1944, padre Agostino Gemelli, psichiatra e psicologo di fama, effettua esami approfonditi sulla bambina ed esclude che si tratti di un soggetto anormale. Dopo svariati test mentali asserisce: “Grazie all’esclusione di forme morbose della personalità o di atipie di essa, possiamo affermare che se le visioni di Bonate sono vere, non sono opera di mente malata, ovvero effetto di immaginazione, ovvero effetto di suggestione”. E anche se il 12 luglio 1946 Adelaide riafferma per iscritto la veridicità della sua esperienza mistica, nel 1948 il vescovo di Bergamo emette il decreto di “non consta”. Nel ’49 Papa Pio XII riceve la bambina in udienza privata, per ascoltare il segreto a lui riservato.

Raggiunta l’età dei quindici anni, seguendo il volere della Vergine, Adelaide entra a far parte delle suore Sacramentine, ma presto è costretta ad abbandonare il convento e a rinunciare definitivamente ai voti. Le gerarchie ecclesiastiche le impongono il silenzio e la sua sofferenza è tale da condurla alla depressione. Dopo una lunga degenza Adelaide si riprende. Ormai è una giovane donna. Impossibilitata a farsi suora, si sposa, ma dedica la sua vita ai malati del milanese. La sua vicenda torna alla luce soltanto dopo il Concilio Vaticano II, che grazie ai cambiamenti sul diritto all’informazione le permette di riaffermare quanto vissuto davanti a un notaio. Ad oggi, pur senza dirette espressioni del Vaticano sulla vicenda, la parrocchia di Torchio è stata consacrata alla Sacra Famiglia, cosa unica nell’intera diocesi. Sul luogo delle apparizioni è stata eretta una cappella a ingresso libero dove i fedeli si recano numerosi, nella speranza che la preghiera rinnovi il miracolo.