IL CHELSEA TRIONFA, LA PREMIER E’ SUA. SIAMO (CON-TE)

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(LONDRA, Marco Blasi) – Il Chelsea è campione!!

Per il secondo anno di fila, a trionfare è un allenatore italiano, sempre più idolo di una città che ormai è abituata a trionfi firmati made in Italy. E‘ il finale più giusto, atteso e sperato per i tifosi del Chelsea che da oggi coronano Antonio Conte come un idolo e lo fanno entrare di diritto nei mister più amati nella storia del club londinese.  Una cavalcata senza sosta che ha resistito per una intera stagione ad un buon Tottenham che nonostante abbia realizzato più punti dell’anno scorso (dove è stato battuto dalla favola targata mister Ranieri) non è riuscita a scalfire la corazzata creata da Conte. Decisiva è stata la vittoria del Chelsea sul campo del West Bromwich Albiol per 1-0 con la rete del giocatore meno atteso Batshuayi, dopo che lunedì sera aveva agevolmente superato il Middlesbrough per 3-0 e si era spianata la strada al successo. Tutto lo Stamford Bridge gli aveva già reso omaggio quella sera con una standing ovation, anche i tifosi del Boro dopo esser retrocessi avevano consacrato Conte e la sua squadra.

La cavalcata: Conte al Chelsea ha ereditato una squadra che ha chiuso decima nella stagione 2015/16; l’inizio non è stato semplice, ma il tecnico italiano ha saputo subito mettere a tacere le critiche di una squadra senza stimoli e di uno spogliatoio demoralizzato dalla stagione deludente. Conte a ottobre diceva “A inizio campionato non un singolo allenatore, non un singolo giornalista credevano che questa squadra potesse lottare per il titolo, perché arrivavamo da una cattiva stagione e da un mercato estivo non buono. Ora le opinioni stanno cambiando. Sono felice quando faccio cambiare idea.” Fatto sta che Conte ha cambiato le cose, ha realizzato ben 13 vittorie, superando per 4-2 lo Stoke City nella 19° giornata del torneo 2016-17 il Chelsea ha ottenuto la sua 13° vittoria di fila (la serie era iniziata l’1 ottobre alla 7° col 2-0 in casa dell’Hull City). La squadra londinese ha eguaglia così il primato detenuto in un solo campionato dell’Arsenal che nella stagione 2001-02 vinse di fila le ultime 13 gare (dal 26° al 38° turno) conquistando poi il titolo.

La svolta: La grande rivoluzione di mister Conte è stata nel cambio di modulo, già, una rivoluzione tattica; è passato al modulo 3-4-3, tanto a lui caro, un evoluzione del 3-5-2 con cui ha conquistato l’Italia e che si adatta bene alle caratteristiche degli uomini. Il 3-4-3 di Conte ha funzionato perché in fase difensiva si trasformava in un 5-4-1 e in fase di impostazione poteva essere un 3-5-2 o un 3-4-3 molto offensivo, soprattutto con l’inserimento di Pedro che con Hazard e Costa componevano l’assetto dell’attacco londinese. L’alternativa più amata da Conte è stata l’alternanza tra Pedro e Fabregas (rigenerato dalla cura Conte), consentendo al Chelsea di adattarsi alle caratteristiche degli avversari, quindi o essere offensivi con con Pedro o difensivi con Fabregas. Insomma, il mister leccese ha creato in questo anno una macchina indistruttibile.

Il segreto: Il segreto del tecnico salentino, sta nella parola “lavoro”, lavoro duro con degli obiettivi ben precisi. Ci sono elementi simili nel corso della carriera di Conte che confermano tale teoria, cinque anni fa la Juventus era in una situazione simile. Anzi, molto peggiore di questa. Errori su errori nella gestione dell’organico, due stagioni di livello infimo (non una sola, come il Chelsea), un’appartenenza da ricostruire prima di un credo tattico. Conte seppe far leva sulla sua juventinità, sulla forza di un club che riuscì a pescare diversi jolly al mercato (Pirlo a parametro zero, Arturo Vidal ecc…) e su un lavoro psicologico martellante, continuo assoluto. In poche partite, la Juventus seppe reinventarsi, riscriversi, ritrovarsi. La stessa società che fino all’anno precedente veniva criticata per una gestione sportiva fallimentare tornò d’incanto un modello da seguire. Ovviamente, i risultati (e le idee economico-strategiche, dallo stadio in giù) fecero la differenza. Al Chelsea, Conte ha dovuto occuparsi soprattutto del lato tecnico. Che poi, è quello che sa fare meglio. E ha potuto/dovuto costruire la sua squadra sulle macerie tattiche e psicologiche dei predecessori Mourinho e Hiddink. Una situazione più difficile, soprattutto quando hai a che fare con calciatori di primissima fascia (si pensi a Hazard o a Diego Costa), con temperamenti forti (John Terry, Cesc Fabregas).

Il futuro: dopo questa vittoria, è sempre più probabile che il tecnico decida di rimanere a Londra. Ieri ha dichiarato l’intenzione di voler proseguire per molti anni sulla panchina dei Blues; ma resta sempre un desiderio delle milanesi, anche se le speranze di rivederlo su una panchina italiana si riducono notevolmente. I tifosi del Chelsea vogliono il mister sulla panchina londinese per molte stagioni, sperando di fare il bottino anche in Europa.