Londra (Deborah Gianinetti). A Londra si torna a votare. I parlamentari britannici dovranno infatti esprimersi sul così detto “Piano B” presentato da Theresa May in seguito alla bocciatura del suo accordo per la Brexit già firmato con Bruxelles.
Gli emendamenti presentati sono al momento 19, divisi in tre categorie: quelli per evitare una hard Brexit, quelli concentrati sul confine con l’Irlanda, e quelli volti a concedere ai membri del parlamento britannico più voce in capitolo per quanto riguarda i futuri accordi per l’uscita dall’Unione europea.
Il più rilevante è probabilmente quello proposto dal conservatore Graham Brandy e riguarda la questione dei confini con l’Irlanda. Il backstop è chiaramente stato uno dei principali motivi di bocciatura del deal della May, che ha acceso numerose discussioni nei mesi passati.
La paura dei Torys è infatti che questo meccanismo intrappoli il Regno Unito nell’Unione doganale per un periodo del tutto indeterminato. Nata da questo timore, la proposta di sir Brandy è quella di trovare degli accordi alternativi per evitare un futuro di barriere fra Irlanda e Irlanda del Nord.
Il problema, però, è sempre lo stesso: l’Unione europea è così elastica da accettare la riapertura dei negoziati?
ecco cosa ha detto la May oggi prima del voto di stasera
Il secondo emendamento chiave è quello proposto dalla laburista Yvette Cooper, volto a evitare il no deal. Se approvato la May avrebbe fino al 26 febbraio per ottenere un accordo con il Parlamento, dopo di che i parlamentari avrebbero il diritto di chiedere un’estensione dell’Articolo 50, oggi fissato per il 29 marzo.
Ritardando potenzialmente la Brexit alla fine del 2019, l’emendamento darebbe al Parlamento il tempo di prendere in considerazione alternative all’accordo della May.
Di carne al fuoco ce n’è tanta. Di nuovo, il risultato di questa votazione è piuttosto incerto. Gli occhi di tutta Europa sono puntati su Westminster e sulla May, sempre più traballante nella sua leadership.