Londra (Elisabetta Sanzo’) – Le raffinerie chiedono aiuto e spiegazioni sotto un clima che pare portare verso la tempesta di una Brexit No Deal.
Le raffinerie, settore cruciale per l’economia del Regno Unito, secondo quanto rivelato dall’Operazione Yellowhammer, si troverebbero, ad affrontare esportazioni gravate da dazi doganali e a subire importazioni più economiche dal continente con l’uscita dall’UE.
Nel Regno Unito 6 sono le grandi raffinerie di petrolio che offrono un totale di 120.000 posti di lavoro trasformando il petrolio greggio in benzina, diesel e jet fuel.
Questo ramo dell’industria dà all’economia britannica un contributo di circa 8,6 miliardi di sterline all’anno.
Al momento importare carburante da Paesi extra UE prevede una tariffa del 4,7%.
Esperti dicono che secondo le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), sio prevede un’aliquota tariffaria zero da applicare alle importazioni di benzina da tutti i paesi e ciò comporterebbe una penalizzazione per le raffinerie inglesi che invece avrebbero un una tariffa per le esportazioni al 4,7%.
I grandi industriali, inoltre, lamentano che la dipendenza dalle importazioni straniere porterà a prezzi più alti, anche per i consumatori finali, nel lungo periodo.
Dal governo arrivano, comunque, rassicurazioni agli industriali in vista dell’uscita dall’UE: «Continueremo a lavorare a fondo per prepararci al potenziale impatto sulle raffinerie del Regno Unito in caso di Brexit senza un accordo».
Già nei mesi scorsi altri industriali, tra cui BMW, che è presente sul territori inglese con la produzione delle Mini Cooper nello stabilimento di Oxford, avevano avanzato perplessità sull’ipotesi di un no deal riguardo alla Brexit.
«Ascolti l’economia e ascolti il popolo, deve tenere aperto il dialogo con il mondo economico» – aveva, inoltre, sottolineato il Ceo di BMW Harald Kruger qualche giorno dopo l’insediamento di Johnson a Downing Street.
E intanto nell’incontro di Berlino si fronteggeranno due posizioni molto nette.
La soluzione di una Brexit senza accordo seppur fonte di timori per economisti e industriali tedeschi non riuscirà a intaccare, a detta di molti osservatori, la posizione di Angela Merkel che ribadirà, ancora una volta, come tutti gli altri leader Ue, che la backstop non può essere eliminata.