Londra (di Annamaria Santucci) Oggi alle ore 9 le Commissioni riunite Affari esteri e Politiche Ue, presso l’Aula della Commissione Politiche Ue, hanno svolto l’audizione dell’ambasciatore d’Italia a Londra, Raffaele Trombetta, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui negoziati relativi alla Brexit e sul relativo impatto per l’Italia.
L’Ambasciatore ha innanzitutto sottolineato come sia necessario garantire parità di condizioni nelle relazioni tra Regno Unito e Ue per assicurare una concorrenza leale. Riferendosi al discorso tenuto da Boris Johnson lo scorso 3 Febbraio – in cui il Primo Ministro del Regno Unito si è detto sicuro di poter competere con l’Unione e di non avere livelli inferiori ai paesi europei in molti settori essenziali- l’ambasciatore ha ribadito l’importanza di questa reciprocità per escludere una corsa al ribasso per il Regno Unito.
Ha poi ricordato che nel 2018 abbiamo esportato nel Regno Unito per un valore di 23,4 miliardi di euro, a fronte di 11,1 miliardi di importazioni, con un saldo di 12,3 miliardi di euro.
Per quanto riguarda la Scozia, che invoca un referendum per tornare nell’ Unione, l’Ambasciatore ha ribadito come in ogni caso la decisione spetti a Westminster e come al momento non sia possibile azzardare previsioni.
Sull’Irlanda, ha invece ricordato il ruolo fondamentale rivestito dall’Ue nell’Accordo del Venerdì santo e ne ha sottolineato l’importanza di tema cruciale nel negoziato sull’accordo di recesso, dovendo ora stabilire le modalità con cui questo sarà attuato con particolare riferimento al confine tra le due Irlande.
In relazione alla NATO è stato confermato come permangano interessi comuni e azioni comuni soprattutto in arie strategiche. Il Regno Unito rimane consapevole dell’impegno NATO a 360 gradi nel mantenimento della pace, in particolare in un momento in cui varie sono le minacce alla sicurezza, tra cui la questione del cambiamento climatico. La volontà sarà dunque quella di continuare a coltivare una cooperazione.
L’Ambasciatore si è poi pronunciato sulla procedura di iscrizione degli europei in Inghilterra al Settlement Scheme, assicurando di portare avanti l’azione di aiuto e assistenza ai concittadini in Gran Bretagna. Si è detto convinto dell’importanza della campagna sui social, il cui punto critico è però quello di non raggiungere i non utenti o comunque le categorie di persone più vulnerabili come gli anziani.
291.000 connazionali si sono già registrati, ma è necessario prendere in considerazione tutte le necessità, magari anche prevedendo la possibilità di una iscrizione cartacea.
L’impegno sarà dunque quello di intervenire sui media nazionali e tenere riunioni periodiche e frequenti per avvicinarsi ai connazionali con la collaborazione di chi li rappresenta, per evitare che chi rimanga fuori al 30 giugno 2021 possa subire conseguenze negative e per evitare possibili situazioni future non riconosciute.
Ricordiamo infatti che dal 1° Gennaio 2021 non ci sarà più la libera circolazione ma entrerà in vigore un regime di immigrazione per gli europei che arrivano nel Regno Unito e tutti gli espatriati già registrati come residenti fino al 30 giugno 2021 manterranno gli attuali diritti.
Gli europei che vivono in Gran Bretagna devono perciò registrarsi al Settlement Scheme utilizzando l’apposita App, recandosi agli sportelli o collegandosi al computer di casa. Chi risiede nel paese da più di 5 anni può ottenere la residenza permanente (Settle Status), mentre a chi vi risiede da meno verrà riconosciuto un permesso temporaneo (Pre-Settle Status), e solo dopo che siano trascorsi i cinque anni potrà chiedere la residenza permanente.Gli italiani devono inoltre iscriversi all’AIRE al fine di poter dimostrare di essere residenti nello Stato.
Per chi invece intende trasferirsi in Gran Bretagna successivamente al 30 giugno 2021, al momento non ci sono risposte certe. Molte sono le questioni ancora da definire, e la possibilità che Regno Unito e UE riescano ad accordarsi entro il 31 dicembre 2020 sono bassissime.
sezione Brexit
qui tutti gli articoli relativi alla Brexit
