Londra (Carlo Saraceni) Il premier inglese Boris Johnson: “Nessuna ingerenza, sanzioni per costringere Mosca al ritiro”.
Il governo britannico non cerca “alcun esito, non ha secondi scopi, se non quello di porre fine al conflitto.Non intendiamo provocare alcun cambiamento geopolitico a Mosca.Ma siamo stati i primi a spingere il resto del mondo a emanare sanzioni anti russe perché vogliamo porre un termine alle sofferenze del popolo ucraino”.
Queste le parole di Boris Johnson in una intervista concessa alla trasmissione ‘Good Morning Britain’ sul canale Itv. Johnson ha poi confermato che l’ambasciata inglese a Kiev riaprirà a breve e ha sottolineato che le autorità britanniche hanno già rilasciato 86mila visti e sono 27mila le persone finora arrivate nel Regno Unito.
La risposta Russa non si é fatta attendere: Kiselyov ha minacciato un attacco con Sarmat 2, l’ultimo missile nucleare russo che è stato testato da Putin due settimane fa, che secondo lui potrebbe distruggere completamente il Paese con un solo impatto.
“L’isola è così piccola che un missile Sarmat è sufficiente per affondarla una volta per tutte”, ha detto, il missile “è in grado di distruggere un’area delle dimensioni del Texas o dell’Inghilterra. Un solo lancio, Boris, e non c’è più l’Inghilterra”.
Per ora parole di minaccia politica, e speriamo che rimangono tali.
Nelle ultime ore c’e’ stata una nuova telefonata tra Macron e Putin nel sessantanovesimo giorno di guerra in Ucraina, con il presidente russo che dice: “Restiamo aperti al dialogo con Kiev”. Il numero uno del Cremlino aggiunge però anche che l’Ucraina “non è pronta per negoziati seri”.
E intanto sull’Ucraina anche oggi sono cadute bombe e ci sono state morti.