Referendum abrogativi, 12 giugno: ecco come votare all’estero

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Londra (Roberta Chiatti) – Domenica 12 giugno 2022 l’Italia vota per i Referendum abrogativi che chiedono agli elettori se abrogare  alcune norme sul funzionamento del sistema giudiziario italiano.
Chi può votare dall’estero? 

Gli elettori italiani che per motivi di lavoro, studio o cure mediche si trovano temporaneamente all’estero durante il voto dei referendum abrogativi, potranno esercitare il loro diritto di voto per corrispondenza ricevendo il plico elettorale che riceveranno all’indirizzo di temporanea dimora all’estero.

Come votare all’estero? 

Gli elettori all’estero dovranno far pervenire al Comune di iscrizione (tramite email, posta o telefax oppure al Comune tramite persona di fiducia), un’apposita opzione entro mercoledì 11 maggio 2022. 

L’opzione, obbligatoriamente corredata di copia di documento d’identità valido dell’elettore, deve in ogni caso contenere l’indirizzo postale estero completo cui va inviato il plico elettorale, l’indicazione dell’Ufficio consolare competente per territorio e una dichiarazione attestante il possesso dei requisiti per l’ammissione al voto all’estero.

La dichiarazione dell’On. Elisa Siragusa (Europa Verde) sul voto per corrispondenza all’estero: 

“Mercoledì , durante l’audizione del Sottosegretario Scalfarotto e del Prefetto Orano, ho sollevato altri due temi che ritengo fondamentali per risolvere le criticità del voto all’estero. Il plico elettorale, secondo la mia opinione, dovrebbe essere:tracciabile;
– inutilizzabile da chiunque non sia il legittimo destinatario”

Cosa si vota? 

I referendum abrogativi ai quali gli elettori sono chiamati a votare sono i seguenti:

Misure Cautelari – Circa il 30% della popolazione carceraria non sta scontando una pena ma è detenuta in attesa di giudizio. Se vincerà il sì al referendum si rudurrà il rischio che vengano detenute persone che poi, al termine del processo o dei processi, risultino innocenti
Divieto di ricoprire cariche istituzionali e incandidabilità – Dal 2013 chi viene condannato  per gravi reati come mafia, terrorismo etc. non può partecipare alle elezioni per il Parlamento europeo e italiano né a quelle regionali, comunali o assumere cariche di governo. Se vincerà il sì al referendum sarà solo il giudice a decidere sul singolo caso, come è avvenuto fino al 2012
Consigli giudiziari – I consigli giudiziari sono organi “ausiliari” del Consiglio superiore della magistratura, l’organo di autogoverno della magistratura. Se al referendum vinceranno i sì anche avvocati e professori parteciperanno attivamente alla valutazione dell’operato dei magistrati: finora ne sono stati esclusi
Separazioni delle funzioni – Oggi  un magistrato, ad alcune condizioni, può passare fino a 4 volte tra la funzione requirenti a quella giudicante. Se al referendum vinceranno i sì il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera se vuole essere pubblico ministero o giudice