Politica estera:Indonesia, Nusa Dua, sede del vertice Onu sui cambiamenti climatici, per un giorno ha portato Bali al centro pulsante del mondo intero. La ritrosia degli Stati Uniti non è ancora stata vinta, e il "sì" dato a denti stretti dalla delegata Paula Dobriansky ha tutto il sapore di una retromarcia in folle, senza la marcia innestata.
Indonesia, Nusa Dua, sede del vertice Onu sui cambiamenti climatici, per un giorno ha portato Bali al centro pulsante del mondo intero. La ritrosia degli Stati Uniti non è ancora stata vinta, e il "sì" dato a denti stretti dalla delegata Paula Dobriansky ha tutto il sapore di una retromarcia in folle, senza la marcia innestata. Sempre pronti a tornare sui propri passi, gli USA si dicono preoccupati per il futuro dei negoziati. A loro dire, la politica giusta deve prendere le mosse in primis dai paesi in via di sviluppo, forse per questo il Ministro indiano della Scienza ha ringraziato pubblicamente la Casa Bianca: colpo di teatro o scolastico lecchinaggio poco importa, per combattere il riscaldamento globale serve la collaborazione di tutti. Anche di un attivista americano che, come in un cartoon dal lieto fine, sfida la rappresentante della superpotenza in nome della Papua Nuova Guinea con toni severi: "se non volete fare da guida e venirci dietro, allora levatevi dai piedi". Seguono attimi di sconcerto, perplessità, sguardi imbarazzati e un’attesa sottile, spasmodica, fino all’applauso finale, con baci abbracci lacrime piagnistei complimenti felicitazioni tarallucci e vino rosso. O forse sakè. Il grande chef Ban Ki-Moon, segretario dell’Onu, ha nobilitato la scena con un appassionato intervento, e il Ministro dell’Ambiente indonesiano Witoelar ha posto il sigillo sull’intesa con un sospiro di sollievo più intenso della bora triestina. Il premio Nobel per la Pace Al Gore si è detto soddisfatto, ma resterà in attesa, alla finestra, per seguire i nuovi sviluppi. Nei giorni scorsi, infatti, aveva tuonato contro il proprio Paese, responsabile in primis del surriscaldamento globale. Oggetto del contendere & pietra dello scandalo il consumo di combustibili fossili. L’incremento di anidride carbonica registrato è il più alto da 650.000 anni a questa parte (circa 380 ppm), e la deforestazione continua non permette più al polmone vegetale, mediante la fotosintesi clorofilliana, di assorbire l’incredibile quantità di CO2 in circolazione nell’atmosfera. Disastrologi e studiosi della catastrofe hanno previsto una nuova Era Glaciale per il continente europeo, che a causa dello scioglimento dei ghiacci polari e della perdita di salinità dell’Oceano Altantico, verrebbe privato del "termosifone naturale" della Corrente del Golfo. Nella sola Italia la temperatura media è aumentata di 1,4 gradi negli ultimi cinquant’anni, e il volume dei ghiacciai si è ridotto di oltre la metà; le piogge sono rare e violente, la desertificazione e la siccità sono spettri abituali. Potranno svanire nella trasparenza incatramata delle tenebre solo quando quei ventisette miliardi di tonnellate di anidride carbonica emessi saranno tagliati, e drasticamente. La "roadmap" approntata durante i colloqui di Bali sembra voler puntare l’indice su ciò, in vista del prossimo meeting – Copenaghen, 2009. L’augurio è che due settimane di negoziati e la lungimiranza di 190 nazioni possano decidere di dare alla Terra un futuro che non guarda solo al presente.