Nell’estate del 2002 è stato fatto un restauro della Sindone togliendo il telo di Olanda e asportando le toppe poste sui fori delle bruciature. Dalle foto pubblicate nel libro “Sindone le immagini 2002” edito a cura di Monsignor Ghiberti, risulta che sono state tolte anche le due strisce di stoffa ricucite sul bordo destro della Sindone alle sue estremità, lunghe una 35 cm e l’altra 15 cm. Una perizia fatta dalla Dottoressa Flury Lemberg aveva stabilito che le strisce ricucite sul bordo destro avevano le caratteristiche delle cuciture del primo secolo.
E’ auspicabile che si proceda alla titolazione del 14 C di questi due frammenti aggiunti al telo in epoca successiva alla sepoltura, perché non essendo stati colpiti dalla radiazione dovrebbero mostrare la loro reale datazione.
Una conseguenza negativa del restauro è l’allungamento del telo che è passato da 436 cm a 442 cm. Questo fatto ha delle conseguenze notevoli: altera l’analisi nel movimento della Resurrezione . Se si considera la lunghezza attuale del telo uguale a quella che aveva al momento del seppellimento, l’altezza dell’Uomo della Sindone in completa estensione non sarebbe più 187 cm ma superiore ad essa per alcuni centimetri.
La statura dell’Uomo della Sindone non è cosa vaga su cui ognuno può esprimere liberamente opinioni irrazionali. La statura è perfettamente definita dall’impronta sanguigna lasciata in modo continuo da tutta la parte dorsale del Corpo in completa estensione. Nel 1939 Luigi Gedda aveva calcolato che fosse di 188 cm perché sui negativi ortocromatici la colonna cervicale e la colonna lombare apparivano appiattite sul telo. Le foto a luce trasmessa di Barrie Schwortz mostrano l’appiattimento sul telo della metà inferiore del corpo, delineata in modo continuo dal velo di sangue colato dalla ferita toracica.
Dalla lettura del libro fotografico sembra che non siano state fatte fotografie in bianco e nero del rovescio della Sindone .
Sarebbero state utilissime perché l’alto contrasto della pellicola ortocromatica ha permesso le maggiori scoperte sulla immagine dell’Uomo della Sindone. Il contrasto dell’immagine digitale è ancora più basso di quello delle fotografie a colori. Volendo stampare in bianco e nero le immagini digitali a colori, non si otterrebbero i risultati della pellicola ortoromatica usata direttamente. Se invece venissero fatte delle foto all’infrarosso a luce trasmessa, non sarebbe di ostacolo il nuovo supporto di lino ricucito sul rovescio. Stampando le diapositive su carta multigrade si potrebbe ovviare all’assenza di foto dirette ortocromatiche del rovescio del telo. Un esempio delle possibilità di questa tecnica è dato dalla foto della macchia di Barbet pubblicata nel presente lavoro. Essa è ricavata da una diapositiva all’infrarosso .
Dall’esame delle fotografie del libro di Monsignor Ghiberti si ha una conferma di alcune cose sostenute dall’autore nei lavori precedenti. Nel 1992 L’autore riteneva che l’immagine della moneta riprodotta per dritto sull’occhio destro poteva essere prodotta solo da una sorgente radioattiva capace di attraversare il bronzo e di conseguenza arricchire il C 14 del lino.All’epoca venivano fatte accurate ricerche per trovare monete con il Lituo invertito. Ritenendo che l’immagine fosse dovuta allo stampo sul sangue, era l’unica spiegazione della scritta riprodotta per dritto.
Le foto del rovescio del telo mostrano che nell’immagine delle orbite non vi è sangue reale. Cade di conseguenza la teoria dello stampo della moneta sul sangue.
A conferma della teoria della rotazione del Capo vi è la presenza di sangue anche sul rovescio in corrispondenza dell’attaccatura dei capelli perché questo sangue si trovava intorno alle orbite prima della rotazione del volto verso il basso ed aveva fissato le monete sulle palpebre. Sul volto a destra sulla fronte vi è un immagine negativa tondeggiante di 14 mm di diametro; spostandola in basso sulla verticale per 9,5 cm essa apparirebbe al centro della cavità orbitaria destra nel punto dove Filas ha scoperto l’immagine e la scritta di una moneta di 14 millimetri circa di diametro.
La semiluna superiore visibile sul dritto della Sindone manca sul rovescio perché non è costituita da sangue ma è l’immagine radiata dei coaguli rimasti sulla nuca dopo il distacco dalla tela a seguito della rotazione del Capo. L’immagine è la conseguenza dello spostamento di 8,5 cm in alto del panno ripiegato posto sulla volta cranica, rimasto aderente ad essa.
Mancano le impronte dei flagelli sul dorso perché dovute alla radiazione e non a sangue reale.
Sono invece ben visibili anche sul rovescio della Sindone, le macchie del sangue colato dalla corda del perizoma che ha permesso la diffusione del sangue e del siero sulla metà inferiore del corpo in modo quasi uniforme.
Le macchie di sangue hanno una disposizione irregolare fino alle ginocchia.E’ stato possibile calcolare dove sia localizzata la piega del ginocchio.Sull’Uomo della Sindone si trovava a 48cm dalla pianta del piede. La scala della foto intera della Sindone è di 1: 4,7, la piega del ginocchio si troverebbe quindi sulla foto, a 10 cm dal calcagno destro. Sotto al ginocchio le strie di sangue hanno attraversato il telo. Anche sul rovescio esse hanno una inclinazione di circa 40º con l’asse delle tibie, la stessa inclinazione della striscia che ha bloccato la radiazione sulla faccia anteriore delle gambe. La spirale tratteggiata gira in senso orario.
La faccia posteriore delle gambe non sarebbe stata colpita dai flagelli.
Nelle foto di Enrie le ferite da flagello sul dorso appaiono con immagini simili a manubri da ginnastica con due palline congiunte da un piccolo manico. Queste immagini sono inconfondibili per la costante presenza delle palline appaiate e per la costante lunghezza di 27 mm nel rapporto 1:1.
Sulla faccia posteriore delle gambe nessuna delle immagini presenta le due palline congiunte, appaiono invece delle gocce di vero sangue che hanno ciascuna una sbavatura obliqua verso il basso. Gli spazi che intercorrono fra queste sbavature potevano delimitare una fascia avvolta in senso orario che ha spostato parte del sangue delle gocce nella direzione e nel senso dell’avvolgimento.
La presenza di sangue sulla striscia lunga 386 cm ricucita sul bordo destro della Sindone, il colore più scuro che essa ha nella metà più esterna e le altre concordanze avvalorano l’ipotesi che sia stata ripiegata in due per legare le gambe insanguinate. La titolazione del 14 C di alcuni suoi fili, quelli scuriti dalla radiazione, sarebbe la prova fondamentale della Resurrezione perché la datazione di questi fili risulterebbe di migliaia di anni nel futuro mentre la stessa ricerca effettuata sulle toppe poste sul bordo destro a completamento della striscia dimostrerebbe che esse risalgono al I secolo.
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