Addio caro professor Cinquemani

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Probabilmente lui non avrebbe voluto che scrivessi questo articolo. Lui che e’ sempre stato un combattente di natura,  non  amava parlare di se , amava di piu’ pubblicare i suoi studi. Capitano dell’aeronautica militare ,cavaliere dell’ordine di Malta, illustre chirurgo e  priamario dell’ospedale San Giovanni di Roma e grande studioso a livello mondiale della Sacra Sindone, e nostro caro collaboratore al giornale, mi avrebbe prontolato come spesso faceva quando non soddisfacevo le sue volonta di  uomo autoritario, ma con una grande e rara umanita di altri tempi.

….Be’ caro professor Nicolo Cinquemani, mi deve scusare, ma oggi sono io che devo essere arrabbiato con lei e lo sono molto, perche’ se ne e’ andato lasciandomi  appeso alle nostre ultime parole, ricorda? :” …ci sentiremo presto caro Filippo….”, il presto invece si e’ fatto tardi.

Ora che  all’eta di 80 anni, ha lasciato questa vita senza avvertimi di un suo malore o senza farmi capire di un suo malessere nelle nostre telefonate, come se mi volesse proteggere da una dispiacere imminente, non ho proprio voglia di darle ascolto, e se lei non apprezza il mio sfogo la mia stima che ho sempre avuto per lei, non mi importa portero lo stesso a fine questo articolo con un nodo alla gola.

E’ difficile far capire alle persone che staranno leggendo queste righe, il rapporto che c’era tra me e lei, caro professore.  Ricorda?, Ci siamo conosciuti in occasione di una mia intervista a lei riguardo la Sindone per la mia inchiesta giornalistica. Lei all’inizio non fu subito magnanimo, ma alla fine me la concesse era il 2006. Una intervista lunga e articolata, complicata e armoniosa passionale e sincera, e fu difficile per me ritornare a casa e scegliere i punti principali da mettere sul giornale. Ma non finimmo li, quello fu l’inizio di una grande amicizia. Lei vedeva in me il campo fertile dove trapiantare le sue conoscienze di una vita di studi, e io vedevo in lei la saggezza e la via verso il sapere.  Ma tra le tante cose che mi ha insegnato c’e’ ne e’ una che portero sempre nel cuore e’ la gioia nell’apprendere la conoscienza delle cose, la passione nel fare studi solo per il piacere di entrare nelle pieghe della consapevolezza e non per ottenere prestigio  o denaro, fattori oggi come oggi messi al primo posto sopra ogni altra cosa, persino ai valori della vita.

Gia’, ma lei era una persona, come ha sempre detto che veniva dal passato, un reperto archeologico che aspettava di essere messo in un museo, e infondeva in me i principi e i valori per continuare ad andare avanti con il giornale e con i miei personali studi sulla Sindone e sulla fisica.

E cosi ho fatto, o meglio ho cercato e cerco di fare. Quando le dissi che stavo a Londra  e  che avrei fatto una conferenza sulla Sindone, al telefono non sembrava un uomo di 80 anni ma una bambino di  8 quando riceve un bel regalo.

Lei proffessore e’ stato uno tra i pochi, anzi l’unico che mi ha incoraggiato e spinto a fare il giornale l’italoeuropeo, un progetto tanto ambizioso quanto folle, eppure a distanza di tempo devo a lei se ancora sono qui a scrivere e a fare il giornalista in una metropoli come Londra e se il giornale sta crescendo e continuera a volare lo devo anche e sopratutto a lei.

Il ricodo delle lunghe giornate passate a casa sua a  Ciampino, sommersi dai libri e dalle nostre parole , ora mi riecheggiano dentro la testa, anzi non sono mai uscite da li, il suo timbro di voce rauca e fioca eppure cosi potente oggi mi arriva come un’onda che mi spinge ad andare avanti e cercare di portare a termine i notri progetti.

Caro professore, ora che e’ parte  dell’immenso disegno di Dio come chiamava lei la morte, spero possa continuare a sbirciare da una nuvola ogni tanto, e se ha un po’ di tempo, spero possa essere orgoglioso del lavoro del suo giovane e affezionato amico terreno che da oggi si sentira un po’ piu’ solo…….

ciao professore

il prof Nicolo’ cinquemani