Percy Shelley il poeta ingle morto sulle coste Toscane a Viareggio chi era ?

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Shelley e la leggenda del suo cuore

Esiste un legame assodato e plurisecolare fra la scuola letteraria del romanticismo inglese e le bellezze naturali del nostro paese. In particolar modo questo “bridge culturale” lega la vita movimentata e dissoluta del giovane poeta britannico Percy Bysshe Shelley con le coste della Versilia.

In effetti nel 1822, mentre Shelley stava navigando al largo della Versilia, a seguito del naufragio dell’imbarcazione sulla quale viaggiava, Percy incontrò la morte per annegamento proprio in quel tratto del Mar Tirreno che lambisce la costa Toscana.

L’8 luglio del 1822 avvenne la tragica morte di questo poeta iconico del Romanticismo, ma solamente dieci giorni dopo il naufragio il corpo esanime del poeta fu restituito alla sua amata Versilia.

Il 16 agosto 1822 il corpo di Shelley venne cremato, tuttavia pare che quel triste momento abbia definitivamente sancito l’immortalità di Shelley. Non a caso, a distanza di ben due secoli aleggia ancora la leggenda attorno al suo immortale cuore. Pare, infatti, che durante la cremazione il suo cuore non sia bruciato ma che anzi sia rimasto miracolosamente intatto. La leggenda narra che il cuore di Shelley sia ancora nascosto in un punto indefinito lungo il litorale toscano della Versilia a Viareggio.

Ovviamente è una leggenda ma essa ci aiuta a comprendere meglio chi fosse realmente questo poeta britannico e sopratutto quanto i protagonisti letterati europei del diciannovesimo secolo amassero venire a scoprire le bellezze storiche e naturali del nostro paese.

Nato nel 1792 ad Horsham da una famiglia di possidenti terrieri del Sussex, benché avesse ricevuto un’eccellente istruzione e fosse entrato nella prestigiosa università di Oxford, la vita accademica non lo stimolava. Per il suo atteggiamento così eccentrico e “sui generis” non era visto di buon occhio da colleghi e professori tanto è vero che venne espulso da questa importante istituzione universitaria.

Nel corso della sua vita avventurosa e sregolata si sposò ben due volte, cosa che per l’epoca poteva sembrare veramente trasgressiva, ed ebbe la fortuna di viaggiare molto. In effetti i rampolli delle famiglie nobiliari erano soliti prendersi un periodo di “break” per visitare il mondo intorno a loro, non solo la propria patria nazionale ma anche destinazioni estere.

Shelley è ricordato per essere stato uno dei maggiori poeti della corrente letteraria del Romanticismo Britannico ed un po’ per il genere letterario al quale apparteneva ed un po’ per la notorietà che accompagnava all’estero il nostro paese, Shelley non poteva non visitare l’Italia.
La vita personale del poeta, come ho già ricordato in precedenza, fu alquanto moderna per i tempi; dopo aver sposato il 28 Agosto del 1811  Harriet Westbrook, figlia di John Westbrook proprietario di un caffè di Londra, ed aver messo su famiglia con lei, si invaghì di Mary, figlia del noto intellettuale e filosofo inglese William Godwin.

In effetti Shelley era solito lasciare moglie e figli per recarsi presso la libreria londinese gestita dallo stesso Godwin e pare che in una delle sue visite serali abbia conosciuto Mary.

Nel corso del tempo la storia fra i due si consolidò tanto che Shelley si sposò per la seconda volta proprio con la giovane Mary che sarebbe rimasta la moglie che lo accompagnò per tutta la vita fino al giorno del fatidico naufragio.

Purtroppo alcune tragedie colpirono la coppia, non solo il suicidio di Funny Godwin, sorella di Mary, ma anche il suicidio per annegamento della prima moglie del poeta, Harriet, che trovò la morte proprio nel Serpentine, un lago situato all’interno di Hyde Park. La travagliata vita di questo dissoluto letterato fu probabilmente la scintilla che gli permise di trasmettere passionalità ai suoi scritti.

Fra i suoi più stimati capolavori annotiamo i famosi poemi neoclassici: Ozymandias, Ode al vento dell’ovest, Il Prometeo liberato, Ad un’allodola, La maschera dell’anarchia.

Ozymandias è probabilmente il più famoso poemetto del poeta romantico, e forse uno degli esempi più illuminanti del filone politico di questo movimento letterario. Il tema centrale di Ozymandias è l’inevitabile declino di tutti gli uomini di potere e degli imperi che essi hanno costruito, per quanto grandi e potenti potessero essere stati in vita. Al centro del poema c’è la parabola della vita di Ozymandias, soprannome di Ramesses II, faraone della diciannovesima dinastia dell’Antico Egitto, in quanto sono messi in evidenza i suoi successi fino al declino del suo potere.

Ode al vento dell’ovest è una poesia in cui l’autore auspica che l’umanità possa rigenerarsi come la natura sotto l’effetto del vento, e che il poeta possa avere nella società un ruolo di eminente attivismo.

Il Prometeo Liberato: Prometeo, simbolo dell’umanità, è condannato ad essere incatenato a una roccia del Caucaso, dove un’aquila gli divora continuamente il cuore.

Il Titano Prometeo terminerà i suoi tormenti non appena Giove, simbolo del male, verrà detronizzato. Come predetto da una profezia, le forze del bene cacceranno Giove ma la profezia si avvererà solo se Prometeo conserverà questo segreto.

Il Titano riesce, dopo aver sopportato molte sofferenze, a non divulgare questo segreto e farà in modo tale che la profezia venga attuata.

Ad un’allodola è un poema ispirato da una passeggiata pomeridiana domenicale durante la quale Shelley e la sua seconda moglie Mary si imbatteranno nel bellissimo canto di un’allodola

La Maschera dell’Anarchia  è un poema a sfondo politico composto nel 1819 da Shelley in seguito al massacro di Paterloo, che avvenne nello stesso anno; il poema, in quanto trattava un argomento ancora scottante e delicato, verrà pubblicato postumo soltanto nel 1832.

Dopo questa panoramica generale sulla vita e le opere di questa eccentrica ma ancora affascinante icona del Romanticismo Britannico, non resta che fare una passeggiata lungo il litorale versiliese in cerca dell’intatto cuore di Shelley.