Torino (Caterina Moser) – Valerio Mastandrea debutta magistralmente alla regia con Ride, un film che ci insegna che l’elaborazione del lutto è un fatto intimo e personale, presentato alla 36esima edizione del Torino Film Festival.
L’attore romano aveva fatto le “prove” contribuendo alla regia di Non essere cattivo, a causa della morte prematura di Claudio Caligari, con Ride si lascia andare completamente, sperimentando e dimostrando ottime capacità da regista.
Ride è la storia di Carolina, interpretata da una calzante Chiara Martegiani, e di suo figlio Bruno di dieci anni, alla vigilia del funerale d Mauro, marito e padre, morto sul lavoro. Delicatamente, viene affrontata la tematica delle morti bianche, così improvvise, lasciata trasparire esplicitamente solo da un paio di dialoghi tra il padre di Mauro e alcuni amici ed ex colleghi.
Il focus del film è invece l’escalation emotiva di Carolina, che fatica a farsi trascinare da questo enorme dolore, forse anche per tentare di reagire per non deludere nessuno, se stessa in primis. Non riesce a lasciarsi sciogliere dalle lacrime, e ride.
Un escalation emotiva che si accompagna da un climax di generi prima tragicomici e ironici, poi più seri e drammatici, con immagini fortemente emotive e scene d’azione lasciate in sospeso.
Ottime interpretazioni dei protagonisti che riescono ad essere completamente incollati ai personaggi interpretati, in particolare Carolina e Bruno, con una dolce ingenuità ma anche con una componente di stravagante lucidità, per affrontare le loro personali elaborazioni del lutto.
Bella la scelta della playlist musicale ed approvata pienamente la regia di Mastandrea, che riesce a catturare e a restituire un’immagine nitida di personali storie ed emozioni.