Londra – Ai é sicuramente giá presente nelle nostre vite, ma c’e’ bisogno di regolamentarla e renderla piú sicura, questo é stato lo scopo dell’Summit mondiale sulla AI, oraganizzato dal governo britannico. Il presidente del consiglio Giorgia Meloni é stato l’unico capo di stato ad essere presente oggi nella giornata conclusiva del summit.
Il presidente Meloni, rivolgendosi al premier britannico lo ha ringraziato per avelo organizzato e soprattuto perché il summit, avviene tra molte crisi che questo tempo ci costringe ad affrontare rischiamo di non dare la necessaria attenzione a quella che io considero come la più grande sfida intellettuale, pratica e antropologica di quest’epoca, che è proprio lo sviluppo dell’intelligenza artificiale o, meglio ancora, delle Intelligenze artificiali, dato che ce ne sono diverse che vengono applicate in modi diversi e in molti settori della nostra vita.
Perché è indubitabile che le applicazioni di questa nuova tecnologia possono portare grande opportunità in molti campi ma anche enormi rischi, o per dirla con le tue parole, Rishi, “nuovi pericoli e nuove paure”.
L’intelligenza artificiale è destinata ad incidere marcatamente sugli scenari geopolitici e sugli equilibri attuali, banalmente perché è una tecnologia che può garantire a chi la gestisce e la utilizza un vantaggio competitivo. Esattamente come è successo, e succede ancora, per altre tecnologie, a partire dall’energia. La storia ci ha insegnato che dalla competizione per procurarsi quel vantaggio e dalle differenze tra chi ha raggiunto quel vantaggio e chi resta indietro possono nascere tensioni, se non addirittura conflitti. Ha continuato la Meloni.
La nostra priorità numero uno per i prossimi anni sia fare in modo che l’IA sia incentrata sull’uomo e controllata dall’uomo.
Questo é sicuramente un punto molto importante cardine del summit.
Qui voglio dire, prosegue la Meloni, che abbiamo bisogno di meccanismi di governance multilaterali per garantire barriere etiche all’IA. È questo lo spirito della “Rome Call per l’etica dell’IA” ospitato in Vaticano nel 2020, durante il quale è nato il concetto di “algoretica“. Ovvero dare un’etica agli algoritmi.
Siamo chiamati a definire un quadro normativo adeguato se vogliamo sfruttare le opportunità che l’IA può offrirci. Ci vorranno molti passi e aggiustamenti negli anni a venire, collaborazione con i privati, ma innovazione e regolamentazione devono andare di pari passo. Significa che la cosa che deve preoccuparci di più è la nostra lentezza decisionale in rapporto alla velocità di sviluppo delle nuove tecnologie.
Per questo l’Intelligenza Artificiale è tra le priorità strategiche dell’Agenda del Governo italiano: stiamo lavorando per completare il Piano Strategico Nazionale per l’IA, stiamo costituendo un Fondo specifico per sostenere le start-up italiane che operano nel settore, abbiamo istituito comitati per studiare l’impatto nei vari settori. Sosteniamo e collaboriamo con l’Unione Europea verso l’approvazione dell’Artificial Intelligence Act, con il quale l’Unione Europea si è assunta responsabilmente il compito di garantire un uso attento del bene pubblico ed evitare usi distorti a fini commerciali o, peggio, di sicurezza.
The threat of AI does not respect borders.
No country can do this alone.
We’re taking international action to make sure AI is developed in a safe way, for the benefit of the global community. pic.twitter.com/yQn6rCTGmf
— Rishi Sunak (@RishiSunak) November 2, 2023
Ma, soprattutto, l’Italia intende porre questi temi, insieme alla sicurezza digitale, al centro delle discussioni della prossima Presidenza italiana del G7, in continuità con il lavoro fatto dalla presidenza giapponese. Lavoreremo su come favorire una governance condivisa, coinvolgendo sia il settore pubblico che quello privato. Intendiamo sviluppare delle “guardrail etiche”, un insieme di principi etici da porre alla base del governo dell’IA generativa e le tecnologie correlate, da seguire nello sviluppo nella diffusione e nell’uso di queste tecnologie, sia nel settore pubblico che in quello privato, per garantire che l’uomo rimanga al centro della nostra società.
“Inoltre, è molto importante che l’IA non crei un divario ancora più grande tra i ricchi e i poveri. Siamo in particolare molto preoccupati per la classe media, perché la verità è che nell’ampliarsi del divario tra ricchezza e povertà la classe media, già oggi in difficoltà, rischia di essere cancellata.”
Giogia Meloni ha ricordato anche l’importante incontro del G7 che si terrá a Roma: “In questo senso, sono lieta di annunciare oggi che durante il G7 terremo a Roma una Conferenza internazionale su Intelligenza Artificiale e Lavoro, alla quale vorremmo partecipassero studiosi, manager ed esperti di tutto il mondo che avranno l’opportunità di discutere metodi, iniziative e linee guida per garantire che l’IA aiuti e non sostituisca chi lavora, migliorandone invece le condizioni e le prospettive. Rischiamo altrimenti che con lo sviluppo di un’intelligenza artificiale senza regole, sempre più persone non siano necessarie nel mercato del lavoro, con conseguenze pesantissime sulla equa distribuzione della ricchezza.”
Il nostro obiettivo, insomma, è garantire un’IA che promuova lo sviluppo e l’inclusione invece che la disoccupazione e l’emarginazione. Non è una sfida facile, ma siamo pronti come sempre a fare la nostra parte senza esitazioni.