Riarmo e responsabilità etiche dello sviluppo bellico: rimpallo all’italiana, ma i protagonisti sono altri.
Quello che fa più paura è Vladimir Putin, le cui parole gettano aspre ombre sulla nuova corsa agli armamenti, e sebbene scarichi la colpa sullo storico nemico d’oltreoceano, il suo discorso non può che seminare inquietudine e alcune riflessioni alternative. Se mezzo mondo si chiede a chi giovano gli incubi missilistici, i proclami ostili e l’esibizione di capacità distruttive di massa, l’altra metà si interroga sull’intima esigenza degli uomini a disporre di strumenti di controllo tecnologico-muscolari. Dagli albori dell’umanità il rituale si ripete, cieco ad ogni appello o richiamo alla ragione, alla sensibilità collettiva. Così, qualcuno ha proposto l’inibizione della ricerca scientifica in detti campi, senza riflettere sulla questione in modo lucido. È noto come biologicamente l’homo sapiens, a differenza di altre specie animali, non abbia specializzato il proprio corpo per adattarsi alle esigenze, ma abbia creato strumenti appositi per affrontare e assoggettare queste ultime. Orbene, rigettare a priori tale aspetto vorrebbe dire negare la telefonia, gli shampoo, le automobili, la chirurgia, il neon, i farmaci, la calce, l’editoria, il dvd, la lavatrice, il riscaldamento, e persino il computer attraverso il quale filtrano questa e milioni di altre informazioni. La querelle sovviene piuttosto dinanzi all’uso delle risorse, che può essere rivolto al bene o al male. I grandi criminali hanno in mano le scoperte che biologi, fisici e scienziati hanno svelato per amore della conoscenza e della curiosità dei segreti del creato, nonché il potere per trasformarle in vettori di conquista o devastazione. Additare i ricercatori, per quanto corresponsabili o consapevoli della distorsione del loro operato, equivale a chiudere gli occhi e cercare un capro espiatorio fazioso, privo di garanzie e protezioni politiche. Deviare il risentimento della gente verso gli scienziati è l’operazione più immorale che governi, sfruttatori, ras, dittatori e presidenti possano compiere, un po’ come dire che il colpevole di un’aggressione a mano armata è l’inventore del coltello. La storia mostra invece come in America siano stati sterminati i Maya, gli Incas, i Pellerossa, per spremere a fondo le ricchezze dei loro territori; come la Terra sia stata trivellata e svuotata di una sostanza organica nobile come il petrolio, al principale scopo di bruciarla. Il progettista degli analizzatori spettrali della Nasa aveva in mente di offrire una migliore prospettiva del mondo, delle sue variazioni climatiche, ecologiche, geografiche e sociali, al fine di prevenire cataclismi e disastri naturali; che il suo strumento sia poi stato impiegato per scovare nuovi giacimenti petroliferi e minerari è un effetto collaterale distorto. Evitabile, come gli eccidi teleguidati a scopo-sfruttamento, quasi sempre mascherati da paravento umanitari. Talebani, lotte razziali, guerriglie silenziose, esperimenti nucleari in profondità, esplosioni all’origine di terremoti e tsunami: tutto distante, geograficamente parlando, da cremlini, casebianche e icodòmime del comando.