Ferma l’azione della proteina DDX3, senza danneggiare cellule non infette. Nuove possibilità per la cura dell’Aids
– L’Aids ha un nuovo nemico. È una piccola molecola in grado di bloccare l’infezione. La scoperta, frutto di una ricerca congiunta del Cnr e dell’Università di Siena, è stata pubblicata sul Journal of Medicinal Chemistry. «Il virus Hiv – spiega Giovanni Maga dell’Igm-Cnr – è un parassita delle cellule umane e dunque non è capace di riprodursi al di fuori dell’organismo infetto».
Il virus Hiv fotografato al microscopio elettronico: le fasi di abbandono di un linfocita (G. Neri) |
ROMA
LA PROTEINA DDX3 – Per moltiplicarsi si introduce in una cellula, solitamente un linfocita del sangue, e la priva delle sue risorse nutritive ed energetiche per duplicare il proprio genoma e costruire nuovi virioni. «All’interno della cellula infetta – continua Maga – il virus prende il controllo di numerosi enzimi cellulari, obbligandoli a lavorare per produrre nuove particelle virali. Uno di questi enzimi è la proteina cellulare DDX3 che ha il compito di facilitare il flusso di informazione genetica tra il nucleo, dove l’informazione viene custodita, e il citoplasma, dove l’informazione viene tradotta in nuove proteine».
NUOVE POSSIBILITÀ – Partendo da queste premesse, i ricercatori hanno utilizzato tecniche avanzate per disegnare una molecola su misura per la proteina DDX3, che è stata poi sintetizzata e provata nei test in laboratorio. «Questa piccola molecola – sottolinea Maga – si è dimostrata in grado di bloccare l’azione di DDX3, causando l’interruzione della replicazione virale dell’Hiv, senza però danneggiare le cellule non infette». Una scoperta che apre nuove possibilità di cura dell’Aids dato che un farmaco diretto contro un enzima cellulare avrebbe più probabilità di conservare la sua efficacia anche per tempi lunghi di terapia. Le terapie attuali si basano invece su farmaci diretti contro enzimi virali, che sviluppano facilmente farmacoresistenze.