Londra 1815 – Ada Lovelace, per molti un nome insignificante, per altri la donna che ha inventato il primo algoritmo per essere eseguito da una macchina. Figlia del poeta inglese Lord Byron e della matematica Anne Isabella Milbanke, è stata definita “l’incantatrice dei numeri”. Nel 1843 capì che le macchine programmabili ( i futuri computer) sarebbero stati il futuro per la scienza e per la vita delle persone.
[foto Ada Lovelace]
Nacque a Londra il 10 dicembre del 1815, in una Inghilterra vittoriosa della pattaglia di Waterloo, e gonfia di gloria e di onori. Nella vita della piccola Ada, invece, il clima era teso e catastrofico. La madre Anne, meticolosa e ossessionata dell’ordine si scontrava con l’irruento carattere introverso di Byron e le continue litigate portarono Ada a chiudersi nella solitudine, riempita soltanto dai libri e dalla matematica.
Per molto tempo dimenticata dalla storia, perché donna, e solo in ultimo ricordata come una grande donna, Ada ha iniziato giovanissima ad occuparsi di Logica, e nella Londra di quell’epoca non era facile per una ragazza imporsi e studiare in facoltà maschilili. La caparbietà, l’intelligenza fuori dal comune portarono Ada Lovelace a fare studi che mai nessuna donna di allora aveva mai fatto.
All’età di 18 anni, attrae l’attenzione di Augustus De Morgan, logico e matematico professore all’università di Londra, che la introduce a studi più complicati, di calcolo, logica e algebra. Gli studi per Ada sono uno scherzo, quello che per altri era complesso per lei erano cose naturali.
Nel 1833 incontra Charles Babbage inventore della Macchina Analitica e intuisce che le macchine saranno il futuro. Capisce che le macchine anno bisono di una logica . Andavano come dire ‘programmate’ con linguaggio particolari, in modo dale da farle funzionare più veloci della mente di un’ uomo e cosi inventa il primo linguaggio di programmazione.
Si concentro su di un argoritmo, e sul primo concetto di loop informatico, relativo al calcolo dei numeri di Bernoulli ( una successione di numeri razionali che gioca un ruolo importante in vari problemi). Il contributo di Ada Lovelace portò alla realizzazione di quello che oggi si chiama il primo programma informatico della storia, che automaticamente calcolava la serie di Bernulli. Un grande passo verso la programmazione moderana.
L’importanza di questa donna, non sta solo nel fatto di aver inventato il primo linguaggio di programmazione, ma di aver capito che le macchine non sono solo un ammasso di fili e bulloni ( quelli di un tempo), ma che sono veri e propri marchingegni favolosi, e se programmati in un certo modo aiutano l’uomo nella vita quotidiana. Pensiamo cosa potrebbe dire oggi se fosse viva.
[foto Ada Lovelace]
Ada muore nel novembre del 1852, per un cancro uterino. Il mondo scientifico capi’ subito di aver perso una grande donna e scienziata. Non ebbe grossi riconoscimenti in vita. La società maschilista di quel periodo, imponeva certe regole e le donne, spesso piu’ brave degli uomi, non venivano considerate.
Anche se per Ada, ci furono delle eccezioni. La sua intelligenza e logica precedeva la sua personalità ovunque.
Nel 1979, il Dipartimento della Difesa americano ha creato “Ada”, sistema che permette di unificare i diversi linguaggi di programmazione.
Se oggi i computers funzionano in un certo modo, se esistono i linguaggi di programmazione come java, linux, giochi al pc, ecc, è grazie a questa donna che ha rivoluzione con un colpo di genio il mondo, incantando con un magia i numeri, che solo lei sapeva come fare.