Gli arabi: lo specchio della civiltà

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Gli arabi: lo specchio della civiltà Gli arabi rappresentano oggi una popolazione che gode di diversi tipi di considerazione; molti infatti considerano tale popolo principalmente in virtu’ della sua importanza economica dovuta in questo caso alla vendita del petrolio nei confronti dei Paesi Occidentali ovvero quegli stessi Paesi che attraverso i media, molte volte neanche esplicitamente, attuano politiche di discriminazione nei confronti dei popoli mediorientali.

E’ opportuno però sottolineare che, molte volte, utilizzando il termine “Arabi” ci si riferisce altresì a gran parte dei Paesi facenti parte del Medioriente oppure, ma in questo caso facendo più attenzione al fine di non confondere i termini, ai praticanti della religione islamica in generale.

Ovviamente tali termini possiedono dei significati differenti ma in qualche modo collegati tra di loro, poiché la stessa religione islamica fu iniziata da Muhammad, un membro del popolo arabo, quello stesso popolo arabo che nel giro di poco tempo si diffuse in tutto il vicino Oriente ed in seguito, durante l’ottavo secolo, conquistò tutta la zona del Maghreb e del Sahel in Africa.

A dire il vero la religione islamica raggiunse anche zone come l’Indonesia ed il Pakistan, ma in tali territori la popolazione non ha prevalentemente tratti semitici, e mentre nelle precedentemente citate nazioni Vicino Orientali o nordafricane gli arabi hanno saputo lasciare un’ eredità genetica, oltre che religiosa, nelle zone islamiche circondanti l’ India la suddetta eredità è solo di tipo religioso poiché la genetica non è stata alterata, come affermato in precedenza, ma a pensarci bene non sono state alterate nemmeno le usanze di vita quotidiana più antiche in queste zone.

La stessa cosa non può essere affermata riguardo il Medioriente, il quale può essere considerato come il “focolaio” dell’islamismo in campo religioso e civile; ma, come è solitamente affermato da alcuni sociologi studianti l’etnologia, ogni popolo manterrebbe delle tracce dei popoli che lo hanno originato, nonostante questi abbiano subito un notevole cambiamento nel corso del tempo a causa delle innovazioni religiose spesso portate da invasioni straniere.

Nel caso delle popolazioni arabiche i popoli “genitori” in questione sarebbero principalmente i Sumeri, i Babilonesi e gli Assiri, volendo perciò tralasciare tutte le popolazioni secondarie a cui fanno riferimento principalmente le Sacre Scritture delle religioni abramitiche.

Perciò di solito si sceglie di approfondire il discorso su questi tre popoli non soltanto perché essi ebbero una durata temporale più lunga, ma soprattutto a causa delle tradizioni civili e culturali che hanno tramandato indirettamente ai popoli seguenti.

Per comprendere, anche solo in parte, la grandezza di queste civiltà basterebbe recarsi al famoso British Museum di Londra, nel quale, oltre alla vasta zona dedicata agli arabi veri e propri, ve ne sono delle altre contenenti sculture e rappresentazioni figurative delle civiltà stanziate nella così chiamata “Mezzaluna fertile”. Ed è proprio lungo questi corridoi che il visitatore ripercorre, anche attraverso alcune annotazioni scritte sulle pareti, la storia di questi popoli responsabili della nascita della matematica, della scrittura, dell’astronomia e delle prime forme di filosofia (forse ancor prima della Grecia); ma ovviamente dell’agricoltura, andando così a costituire i primi nuclei di popolazioni sedentarie della storia.

I Sumeri ad esempio erano una nazione costituita da astronomi e addirittura secondo alcune ipotesi, le quali potrebbero essere considerate al pari di una “favola”, essi avrebbero saputo tracciare particolari rotte spaziali sin dai tempi antichi: questo secondo la cosiddetta “teoria degli antichi astronauti”. L’ astronomia era di sicuro la scienza più praticata all’ epoca per motivi legati ai raccolti ed al calcolo delle stagioni, ma i Sumeri posero, forse assieme ai cinesi, le basi di tutte le scienze e trasmisero questo interesse anche alla successiva popolazione arabica, tant’ è che secondo un comune proverbio gli Arabi avrebbero i “numeri nel sangue”.

Nonostante questa predisposizione per le scienze, i Sumeri di ieri così come gli Arabi di oggi non rifiutano di connettere la scienza stessa al divino; al contrario per esempio di alcune idee sorte sin dal Rinascimento nell’ambito del Cristianesimo, le quali idee mirano ad una particolare scissione tra scienza e fede.

Gli arabi, termine qui inteso nel significato di Musulmani, invece sono concordi ed orgogliosi nell’ affermare che Dio, o meglio Allah, sia al principio della scienza. Ai Sumeri seguirono poi i Babilonesi e vi è un termine che può sintetizzare il loro mondo, ovvero: “civiltà della legge”, poiché furono il primo popolo della storia ad avere un codice scritto di leggi, appunto il “codice di Hammurabi”, il quale era considerato al pari di uno scritto divino ed infatti alcune prescrizioni contenute all’ interno di esso furono poi riprese nel Corano ed ancor prima nell’ Antico Testamento giudaico.

Quindi ancora possiamo notare una corrispondenza tra tali civiltà e quella araba, poiché quest’ ultima è basata altresì su un tipo di legge che non prevede alcuna distinzione tra l’aspetto religioso e quello civile, al fine di garantire un’importante uniformità nel rispetto della legge stessa, ma anche per non creare contraddizioni interiori nei componenti della popolazione i quali non hanno in questo caso dubbi sul tipo di legge da rispettare. Infine a popolare l’antica Mesopotamia arrivarono gli Assiri, popolo guerriero per eccellenza ma al tempo stesso interessati profondamente alla cultura al punto di raccogliere in una biblioteca gli scritti culturali più importanti appartenenti alle civiltà mesopotamiche precedenti, come a voler esprimere un senso di “unità nazionale”.

Tale sentimento è quindi presente sia nell’ animo degli arabi come popolo, in virtù dell’importanza attribuita alla famiglia, che in quello dei musulmani come movimento religioso, in base al principio che considera come fratelli tutti i musulmani praticanti.

Gli arabi perciò, così come gli Assiri, hanno un grande senso di protezione verso la cultura, nonostante i militanti di alcuni gruppi terroristici ed estremisti vogliano far credere il contrario, andando così a rovinare la reputazione di uno dei più grandi popoli della storia, facendoci addirittura dimenticare a volte come la stragrande maggioranza di questo popolo abbia sentimenti pacifici e sia nettamente contrario a tali movimenti terroristici.