Londra 2017 ed i sogni sfumati: anche Tamberi è out. A tenere alto il tricolore ci ha aiutati Vissani.

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Alessia Trost piange a fine gara e stasera finale martello per Lingua. A tenere alto il tricolore ci ha aiutati Vissani.

Londra (Davide Rabai) – Clamoroso. Continuano una dopo l’altra le eliminazioni degli azzurri più attesi. Oggi alle 12.30 è toccato a Gianmarco Tamberi che non ha passato il turno nel salto in alto e niente finale per lui. Era carico “Gimbo”, dopo un anno difficile fatto di infortuni, operazioni e ripartenze. Era pronto e chi lo conosce bene sa che pretende molto da se stesso e non partecipa ad un Mondiale per timbrare il cartellino.

Dopo aver saltato 2.22, 2.26 e 2.29 (suo record stagionale) è 13esimo. Con l’accesso alla finale riservato ai primi dodici e con un minimo richiesto di 2.31, Tamberi è il primo degli esclusi.

“È dura – dice – essere il migliore tra gli eliminati. È stata una giornata no, avrei potuto avere più fortuna. Ho lavorato duro per essere qui e per la finale, ma mi rialzerò anche stavolta e tornerò forte come prima. Oggi ho dato l’anima.”

Domenica la finale.

Allenata dal padre di Tamberi, anche Alessia Trost ieri è stata eliminata. L’altista friulana non è riuscita a saltare oltre 1.92 ed al terzo tentativo ha ottenuto un 1.89.  Misure che, per un’atleta del suo calibro, non sarebbero dovute essere un problema.

A livello giovanile vinceva ovunque: campionessa del Mondo allievi e juniores, bis agli Europei U23, argento alle Olimpiadi Giovanili nel 2010.

Nel 2013 a soli 19 anni volò oltre i 2 metri, terza italiana di sempre a riuscirci dopo le fenomenali Sara Simeoni e Antonietta Di Martino. Una grande promessa quindi per il salto in alto italiano, che ha dato vita a nuove speranze accompagnate da rosee aspettative in tale disciplina per la nostra Nazionale.

Successivamente, a causa di un infortunio, non prende parte ai Mondiali di Pechino 2015. Chiude al 5° posto le Olimpiadi di Rio 2016: a trionfare in terra carioca fu Beitia con 1.97 e l’italiana, pur trattandosi di un limite alla sua portata, saltò 4 cm sotto.

E adesso il tracollo di Londra 2017. La 24enne friulana piange ai microfoni Rai: “gareggiare così non è decoroso”. Consapevole di poter dare di più e di avere occhi addosso. Consapevole soprattutto di non essere stata all’altezza del suo stesso livello.

Non vuole essere un processo però. A questi livelli ci può stare: l’emozione, la tensione e la pressione sono altissime. 24 anni non sono un’età da fine carriera, la giovane altista avrà tempo di iniziare di nuovo e lavorare duramente per dimostrare a tutti nelle prossime occasioni che non è una ex campionessa in declino.

Certo è che le occasioni perse non tornano e gli anni di carriera non sempre sono tanti come la De Martino. Comprensibile il suo sfogo, soprattutto dopo un anno difficile come quello passato tra perdita della madre e cambio di allenatore con l’attuale Marco Tamberi, padre di Gianmarco.

Stasera impegnato in finale del lancio del martello, Marco Lingua: potremo seguirlo a partire dalle ore 21:30 fuso orario di Roma, ma per lui una medaglia sarebbe un miracolo.

Favorita e con opportunità più concrete è invece Antonella Palmisano, marciatrice tarantina impegnata domenica mattina nella 20 km.

Sebbene l’Italia non sia un’eccellenza sulla pista rossa, di sicuro lo è in cucina.

A Casa Atletica Italiana ieri si è tenuto lo Show Cooking di Gianfranco Vissani, lo chef stellato nostrano ormai famosissimo grazie al piccolo schermo.

Piatto del giorno: pasta e fagioli con una base di tartare di pesce. “Semplicità, tradizione e sapori mediterranei” il concetto trasmesso dal Maestro, che ha spezzato gli spaghetti con un canovaccio come facevano le nostre nonne e che, intervistato dalla nostra redazione, ha detto la sua riguardo le caratteristiche del pescato.

Dicendosi contrario agli allevamenti ittici, ha sottolineato l’importanza del Mare Nostrum per la qualità del pesce. “È vero sì che una buona qualità è quella giapponese, ma nel Mediterraneo le temperature più miti danno un sapore diverso ai nostri prodotti, cosa che l’oceano non riesce a trasmettere a causa delle acque fredde”

Una bella dimostrazione di qualità e genuinità, quella del nostro Chef, che chiude dicendo che i cuochi stellati di oggi puntano di più ad essere famosi grazie al proprio nome, piuttosto che sulla qualità dei prodotti utilizzati e delle tradizioni messe in tavola.