Londra (Valeria Piccioni) – Nuntio vobis gaudium magnum: habemus govern(um)!
Pare che non si tornerà indietro questa volta: l’Italia ha il suo governo, sfumatura giallo-verde. Giuseppe Conte e tutti i ministri hanno giurato oggi 1° giugno al Quirinale, pronunciando la formula di rito e dando il via all’esecutivo guidato dalla Lega e dal Movimento 5 stelle.
Il nuovo governo conta 18 ministri, 6 della Lega, 9 del Movimento 5 Stelle; 5 i ministeri affidati in mani femminili. Qui sotto i nomi ufficiali:
Ministro dell’Economia: Giovanni Tria; Ministro degli Esteri: Enzo Moavero Milanesi; Ministro degli Interni: Matteo Salvini (vicepremier); Ministro dello Sviluppo Economico e Lavoro: Luigi Di Maio (vicepremier); Ministro ai Rapporti con il Parlamento: Riccardo Fraccaro; Ministro degli Affari Europei: Paolo Savona; Ministro della Difesa: Elisabetta Trenta; Ministro della Giustizia: Alfonso Bonafede; Ministro della Pubblica Amministrazione: Giulia Bongiorno; Ministro della Salute: Giulia Grillo; Ministro degli Affari Regionali: Erika Stefani; Ministro del Sud: Barbara Lezzi; Ministro dell’Ambiente: Sergio Costa; Ministro ai Disabili e alla Famiglia: Lorenzo Fontana; Ministro dell’Agricoltura e del Turismo: Gian Marco Centinaio; Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture: Danilo Toninelli; Ministro dell’Istruzione: Marco Bussetti; Ministro dei Beni Culturali: Alberto Bonisoli.
«Va arrestato con fermezza ogni rischio di regressione civile in questa nostra Italia e in questa nostra Europa, affermando un costume di reciproco rispetto, mettendo a frutto le grandi risorse di generosità e dinamismo dei nostri concittadini» dichiara Sergio Mattarella sollevato dall’esito della crisi di governo più duratura della Repubblica. Il Presidente resta tuttavia all’erta e si preoccupa di invitare i prefetti italiani, in occasione della Festa della Repubblica, a salvaguardare l’unità e la coesione nazionale. «Tensioni e prove – scrive – trovano nel quadro delle istituzioni repubblicane piena possibilità di espressione e composizione, in una nazione unita e solidale”.
Salvini che sembra ancora essere in piena campagna elettorale, già inizia a progettare le sue prossime azioni politiche: «Vorrei dare una sforbiciata a quei 5 miliardi di euro che mi sembrano un po’ tantini» dichiara riferendosi al fondo destinato all’accoglienza.
Anche Matteo Renzi pronuncia le sue prime dichiarazioni dall’opposizione: «Noi siamo un’altra cosa rispetto alla maggioranza che compone questo esecutivo, radicalmente un’altra cosa. E mostreremo in Parlamento come si possa fare l’opposizione in modo civile».
Berlusconi conferma quanto detto negli ultimi giorni: Forza Italia voterà ‘no’.
Dall’Europa intanto, le prime reazioni per bocca della portavoce di Angela Merkel, Stefan Seibert: «Stiamo aspettando la formazione del governo, saremo aperti a incontrarlo e faremo tutto il possibile per avere una buona collaborazione».
Da domani si inizierà a lavorare per un’Italia non sappiamo ancora se peggiore o migliore. Sicuramente diversa.