INCHIESTA_RICERCA_Approfondimenti sul caso MORO…Tanti ancora i misteri

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RIPROPONIAMO LA NOSTRA INCHIESTA CON APPROFONDIMENTI Il delitto Moro: riflettori puntati sulla CIA- Il 16 marzo 1978, il presidente della DC, A. Moro, venne rapito a Roma in via Fani (zona Monte Mario, quartiere Trionfale) (operazione Fritz).

Questo approfondimento ha lo scopo solo di ricordare il caso Moro riportando delle considerazioni seguendo una pista ( per molti scomoda) per altri non totalmente errata.

alla memoria di Aldo Moro

Fino al 1974, le Brigate Rosse (BR), egemonizzate dai capi storici A. Franceschini e R. Curcio, si prefiggevano di raccogliere i consensi della classe operaia attraverso azioni simboliche, dimostrative e propagandistiche che iconizzavano concretamente il sogno proletario di mettere i padroni alla gogna. Dopo il 1974, le BR, guidate dal capo carismatico M. Moretti, divennero “sanguinarie”. In altre parole avevano “alzato il tiro”. Il loro scopo era quello di colpire i vertici del potere costituito, e cioè il suo principale rappresentante, la Democrazia Cristiana (DC), cardine in Italia dello “Stato Imperialista delle Multinazionali”. Le BR, finalmente, “avrebbero fatto quello che dicevano”. L’obiettivo principale dei brigatisti era il loro riconoscimento politico come gruppo combattente da parte delle istituzioni dello Stato.

       Entriamo nei dettagli. Il 16 marzo 1978, il presidente della DC, A. Moro, venne rapito a Roma in via Fani (zona Monte Mario, quartiere Trionfale) (operazione Fritz). Tenuto prigioniero per 55 giorni nel covo-prigione romano di via Montalcini 8 (zona Magliana), il leader democristiano è stato ritrovato morto il 9 maggio nel ghetto ebraico di Roma (via Caetani), a due passi dal palazzo di Giustizia e dalla sede capitolina della DC, nonché da quella del Partito Comunista Italiano (PCI).

      La mancata liberazione dell’importante ostaggio fu dovuta a maldestre operazioni di polizia (una spettacolarizzazione da parata), a inettitudine investigativa, a proditorie omissioni, a complicità occulte, a pianificata disinformazione, a verità taciute, a taciti sodalizi, a scoperte pilotate, a mancati arresti, a ricatti nascosti e a deliberati depistaggi. E’ stato, infatti, questo il risultato di una sovrapposizione pragmatica che ha coinvolto la rigidità dei comunisti, la debolezza inerte dei democristiani, l’intransigenza dei repubblicani, il permissivo lassismo dei socialisti e le inclinazioni militariste dei missini sponsorizzate dalla strisciante massoneria (la loggia segreta di L. Gelli Propaganda 2, meglio conosciuta come loggia P2). Fatti che richiamano alla mente il conflitto tra Antigone e Creonte messo in scena da Sofocle. Il figlio di A. Moro, Giovanni, ha detto che nel sequestro di suo padre “ci sono stati cupi sogni di gloria, meschine viltà o ambizioni personali e molti altri “nasi di Cleopatra”. Fanno parte di quest’ultimi l’ambiguo comportamento dei servizi segreti italiani e stranieri e le indebite interferenze delle potenti lobbies internazionali.

segue…

cap1- BR morettiane erano manipolate dalla Center Intelligence Agency (CIA)

cap2- In modo criptico Moro, in una delle sue missive, aveva fatto riferimento alla Chiesa romana della Minerva situata sull’omonima piazza.

cap3-       F. Cossiga ed i suoi consulenti privati, italiani e USA, aveva approvato un piano ….

cap4-Dopo il sequestro di A. Moro, il 19 marzo l’Unità scrisse che le BR erano da considerasi ….

cap5- Subito dopo il sequestro di A. Moro, F. Cossiga, ministro degli Interni, costituì Il 16 marzo del 1978 una Commissione denominata “Gruppo Gestione Crisi

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