Fino al 14 ottobre 2012 nel Castello Inferiore Inferiore di Marostica un inedito evento espositivo, promosso dal Comune di Marostica e dalla Regione del Veneto, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Provincia di Vicenza, il contributo quale main sponsor dell’Azienda Agricola Casaria e l’organizzazione di Villaggio Globale International, riporta luce su Cosroe Dusi, pittore romantico e grande colorista, e sul ruolo di primo piano che egli ebbe nel panorama artistico dell’Ottocento veneto e internazionale.
Dusi del resto colpisce anche per la fascinosa personalità, che emerge dalla sua vita avventurosa, dai legami affettivi e dalle tante amicizie, dalle curiosità culturali e dalle passioni che affiorano nei racconti del prezioso diario di viaggio autografo anch’esso in mostra (ora al centro perfino di un romanzo giallo!) ed anche dalla capacità dell’artista di cogliere i lati belli e positivi di una società e di una terra diversa dalla sua, come quella russa, ove trascorse quasi vent’anni, divenendo accademico e pittore di corte per lo Zar Nicola I.
Marostica, dove Dusi volle trascorrere con la famiglia gli ultimi giorni di vita e ove è sepolto, propone la prima mostra monografica sull’artista, dando modo d’indagare la figura e l’opera del talentuoso pittore: autore di magnifici ritratti, di tavole d’altare, di opere di genere storico e mitologico, ma anche di litografie, di vignette e dei sipari di alcuni tra i più famosi teatri d’Italia e Russia come La Fenice di Venezia e il Bolshoi di Mosca.
Ad ospitare questo speciale evento sono le sale storiche del XIV secolo del Castello Inferiore di Marostica che rappresentano la perfetta cornice per esporre le opere di Dusi. Il percorso espositivo accuratamente studiato dai curatori Nico Stringa e Maurizio Mottin, testimonia la produzione artistica del Dusi proponendo cronologicamente una ricca selezione di oltre 200 opere di cui moltissime inedite: 40 dipinti e oltre 150 tra disegni, acquarelli, litografie e documenti originali recuperati tra chiese, archivi collezioni private e musei.
A questo proposito, di eccezionale importanza risulta la partecipazione del Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo, che ha voluto rendere omaggio a questo artista assicurando il prestito di ben 12 disegni inediti.
Cosroe Dusi aveva dimostrato fin da bambino una spiccata predilezione per l’arte e altrettanta propensione al disegno da convincere i genitori a iscriverlo all’Accademia di Belle Arti Venezia.
Siamo in un momento di transizione, dal gusto neoclassico alla svolta romantica, ma a Venezia, nonostante l’impegno del Presidente dell’Accademia Leopoldo Cicognara e l’esempio di Canova, il richiamo al classico fatica ad attecchire e il “romanticismo” si presenta altrettanto confuso.
Dusi si forma con Teodoro Mattini che insegna un neoclassicismo blando. L’artista si afferma tra i migliori studenti, ottenendo borse di studio e anche una residenza da parte dell’Accademia. All’inizio del quarto decennio, Dusi può fregiarsi del titolo di “pittore di storia”, riconosciutogli dall’Accademia che gli assegna il titolo di socio, il più ambito da parte dei pittori, perché vi è sottintesa la formazione accademica più ampia e la disponibilità dell’artista ad affrontare le tematiche complesse relative a temi e soggetti ispirati alle fonti letterarie illustri.
Dusi partecipa alle mostre d’agosto di Venezia e quindi alle mostre di Brera, tra la metà degli anni Venti e i primi anni Trenta, con un repertorio diversificato, volto a dimostrare tutte le sue possibilità a un pubblico ancora indeciso, considerato che anche i maggiori collezionisti del tempo (i Papadopoli, i Giacomelli, i Parafava, ecc.) appaino disorientati e non sempre disposti ad accettare le innovazioni e le nuove proposte. Ma Dusi mira a mostrarsi come pittore “completo” tanto che accanto a opere a tema religioso l’artista propone ed espone a Venezia nel 1829 dipinti “licenziosi”.
Notevolissimo il suo impegno nella ritrattistica fin dagli esordi della sua attività: qui più che altrove si riscontra la vena romantica che pervade tanta pittura dusiana, dall’autoritratto giovanile fino agli esiti estremi del periodo russo, in particolare nei ritratti femminili.
La ritrattistica viene affrontata dal Dusi anche nell’ambito della grafica, in cui il pittore mostra una grandissima forza espressiva.
Le incisioni esposte danno il segno della raffinatezza del Dusi e nel contempo documentano i rapporti che legano l’artista a personalità come Cicognara, Pindemonte, Defendi ecc., tra gli intellettuali più in vista dell’epoca. Ma anche gli studi preparatori, i disegni, gli acquarelli, esposti ora per la prima volta, mostrano la costante qualità del lavoro e della ricerca di Cosroe.
Una produzione meno nota è quella relativa al paesaggio e alla natura morta, mentre singolare è la sua attività sul versante decorativo-illustrativo con i sipari realizzati per alcuni dei più importanti teatri italiani e russi.
Poi ci sono i soggetti storici tipici dell’Ottocento e i soggetti sacri o le pale d’altare in cui egli si richiama alla grande tradizione veneta, commissionati a Venezia, Treviso, in Dalmazia, Tirolo e ancora a Monaco di Baviera prima di trasferirsi in Russia.
Sarà però a San Pietroburgo che Dusi, accanto a ritratti e dipinti di storia, riceverà soprattutto importanti commissioni di soggetto sacro.
Giunto nel 1840 su invito del futuro Zar Nicola I, che a Venezia aveva visitato il suo studio e acquistato alcuni bozzetti, Cosroe frequenta la società aristocratica e la corte russa e viene messo alla prova anche nella realizzazione di icone per la cattedrale di Sant’Isacco.
Dello spirito, dei costumi e dell’anima russa ci sono significative testimonianze nel percorso espositivo: ritratti femminili e disegni di costumi militari russi.
I suoi contatti con Venezia, ove torna tre volte, continuano anche durante la lunghissima lontananza; le missive con la moglie e i figli, che per alcuni periodi lo raggiungono a San Pietroburgo, sono costanti e ricche d’amore, ma la speranza di trovare una sistemazione definitiva per il rientro in laguna svanisce ogni volta.
L’ultima delusione data tra il 1856 e il 1858 per la nomina della cattedra di pittura all’Accademia, attribuita d’arbitrio a un pittore d’origine austriaca.
Tornato in Russia, dopo alcuni mesi di grave malattia e nonostante la difficoltà del viaggio, rientra a Marostica, il paese di sua moglie, dove si spegne il 9 ottobre del 1859.
Edito da Skira, il catalogo della mostra “Cosroe Dusi 1808-1859. Diario artistico di un veneziano alla corte degli Zar” a cura di Nico Stringa, permette di indagare la figura e l’opera di questo artista veneziano definito dai suoi contemporanei “il Tintoretto moderno” per la vivacità d’invenzione e per la straordinaria velocità con cui ideava e dipingeva opere complesse. 2012, 24 x 28 cm, 200 pagine, 161 colori e 369 b/n, € 35,00.